Incoming è un
fattore strategico per tutta l'economia italiana, in quanto porta capitali esteri
in Italia, ma soprattutto è trainante di tutto export italiano. In altre parole
se un turista straniero viene o torna in Italia aumenta la sua predisposizione
nei confronti del made in Italy.
Incoming è strategicamente
prioritario nel settore turistico, in quanto è assolutamente coerente con le
logiche di disintermediazione del web e rappresenta pertanto un futuro
possibile per il turismo organizzato del nostro paese.
Per questi due
motivi se ne parla tanto in questo periodo. Una settimana fa sono stato
pertanto ad una conferenza tenuta da Stefano Landi (Esperto del
Comitato Permanente di Promozione del Turismo in Italia ex Legge Art Bonus)
che ci ha presentato nella documentazione allegata le foto di tre curve a
confronto.
Andamento super positivo! Fatto che conferma anche quanto da me sostenuto diverse volte nel mio blog, e pertanto che il turismo mondiale al contrario di altri settori merceologici è in costante crescita.
In questa foto è invece sintetizzata la curva del andamento turistico della città di Roma dal 1998 al 2014. E' una splendida notizia in quanto mostra quanto e come la città di Roma cresca costantemente turisticamente, ma soprattutto quanto la sua curva di crescita segua in sostanza il medesimo e identico andamento della curva del andamento turistico di tutto il mondo.
In altre parole questa curva afferma che Roma é una meta / destinazione brand internazionale e in quanto tale alla stregua di tutto il turismo mondiale non è soggetta a certi fattori esterni.
Questa ultima foto mostra invece l'andamento turistico della destinazione Italia dal 1998 al 2014. Andamento in crescita, discontinuo ... altalenante e non in linea con andamento del turismo internazionale. L'Italia è oggi infatti non più la destinazione leader che era un tempo (Statistica Eurostat 2015).
In realtà però queste tre curve a confronto dicono anche molto, ma molto di più.
In primo luogo, non mi stancherò mai di ripeterlo, il settore turistico italiano e conseguentemente il sistema Italia sta perdendo un treno economico importante che avrebbe potuto sostenere l'andamento del PIL di questi anni. E' infatti un fatto che non stiamo avendo il medesimo trend dei mercati esteri e che stiamo pertanto perdendo quote di mercato.
In secondo luogo che difficilmente Roma avrebbe potuto performare meglio di quanto ha già fatto in questi anni. Trattandosi infatti di curve praticamente speculari é probabile che avrebbe impattato di più su andamento turistico della città eterna un'ampliamento della sua logistica ricettiva e della ricettività alberghiera rispetto a qualunque attività promozionale volta ad attirare nuovi flussi turistici. Alla luce di queste curve si potrebbe arrivare a sostenere per assurdo che il Giubileo sarà totalmente ininfluente per andamento turistico romano (2016), ma che addirittura per il contesto terroristico internazionale risulterà in termini turistici un errore strategico. Non fraintendetemi, io sono personalmente convinto che farà bene a Roma negli anni a venire ... ma che per motivi psicologici legati alle logiche del terrore penalizzerà invece l'andamento del 2016.
In terzo luogo risulta evidente che la cosa non è stata in alcun modo gestita. Io, come forse la maggiorparte dei miei lettori non sanno, sono stato imprenditore e ho gestito nei medesimi anni commercialmente (dal 1996 al 2007) un tour operator, Aviomar S.p.A., specializzato proprio sull'Italia. Aviomar se non fosse stato gestito in termini di product marketing e conseguentemente in termini promozionali invece di crescere costantemente avrebbe avuto probabilmente il medesimo andamento della curva Italia. Ogni anno che ho lavorato in questo settore ci sono certe destinazioni che tirano più di altre, ma se é importante non perdere neanche una vendita su quelle destinazioni ... ad un certo punto della stagione diventa superfluo, poco strategico e non produttivo continuare a cavalcare il successo di quella data destinazione. E' invece consigliabile per chiudere anno in positivo promuovere e spingere quelle destinazioni che stentano a decollare ... questo perché ci si garantisce un risultato più omogeneo in termini di prodotto e quindi un risultato economico più sostenibile di anno in anno .... questo perché queste ultime sono e saranno (anche sotto data) in grado di accogliere più clienti ... questo perché è consigliabile garantire fino al ultimo giorno riscontri positivi in termini di offerta ... ma soprattutto perché in ambito turistico le destinazioni di punta inevitabilmente si saturano e ad un certo punto della stagione non sono più vendibili e spesso generano pertanto problemi. Infine per migliorare le performance del anno successivo é opportuno ampliare il prodotto su quelle destinazioni che hanno performato meglio. In altre parole per gestire una destinazione come l'Italia é opportuno applicare delle logiche di marketing mix volte al ottimizzazione del risultato finale e alla soddisfazione della clientela.
Non fraintendetemi la mia non vuole essere una critica alla gestione o non gestione del sistema turistico italiano, ma un'affermazione della difficoltà operativa di una promozione frammentata per regione come quella italiana. In Italia la promozione turistica é affidata alle singole regioni .... se pertanto Roma (che ha di per sé poco senso promuovere) sta performando particolarmente bene la regione Lazio non ha motivo o modo di spingere Firenze / Venezia / Napoli / Ravenna in quanto anche se perfette per il medesimo segmento di clientela sono di altre regioni ...
In altre parole non voglio criticare la gestione della promozione turistica italiana, ma con il mio post denunciare il peccato originale alla base della promozione turistica italiana.
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