lunedì 18 giugno 2012

Amatorialità che si professionalizza

Ho parlato spesso degli UGC (User generated content), ma per capire la portata del fenomeno è importante secondo me sottolineare che ci troviamo di fronte a una messa in visibilità dell'amatorialità ed a una connessione fra le passioni individuali , proiettate nella produzione di contenuti, sul sapere ed il saper fare che tolgono l'amatore da una marginalità rispetto alla produzione professionale, creando i presupposti di un'amatorialità che si professionalizza.

Di fatto ci troviamo di fronte ad una vera e propria democratizzazione della comunicazione e del gusto. Le dimensioni della passione che sono alla base della pulsione amatoriale de-contrattualizzano il rapporto con la produzione, lo sottraggono alla logica puramente economica acquisendo un nuovo valore. Sono centrati sulla messa in comune delle esperienze, sulla creazione di legami di prossimità tra individui e interessi.

Wikipedia che supera per consultazioni l'enciclopedia britannica ne è la dimostrazione lampante. Tutto ciò è ormai un modello evolutivo in cui una comunità con elevati numeri generano una serie di piccoli cambiamenti / miglioramenti della qualità generale dei suoi contenuti. Queste comunità produttive non hanno controllo gerarchico e soprattutto non operano secondo logiche di impresa o brand, la sfida oggi del marketer è quindi quella di rendere le logiche ed i valori aziendali il più possibile armonicamente compatibili con le conoscenze e i contenuti innovativi dei producer di UGC.
Politica del ascolto, brand reputation, CRM,  welfare aziendale, valori eco sostenibili, campagne di beneficenza e sempre più spesso prodotti assimilabili per forma e linguaggio agli stessi UGC sono solo alcuni degli strumenti oggi utilizzati per tale progressiva armonizzazione.

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