«Raccontateci
le vostre McStorie». Ma la Rete ha sommerso la compagnia di giudizi negativi. La
pubblicità su Internet è cosa ben diversa da quella su carta stampata, radio o
televisione, sia in termini di vantaggi che di rischi. Ma che gli utenti di
Twitter potessero mettere in scacco un colosso come McDonald’s, mandando fuori
controllo la sua comunicazione pubblicitaria in 140 caratteri, fino a
costringere il gruppo di fast food a una frettolosa marcia indietro, è un fatto
che andava oltre ogni aspettativa.
Boomerang - La campagna di McDonald’s era
stata lanciata pochi giorni fa, quando per farsi largo e creare un passaparola
internazionale via Twitter, l’azienda si era affidata (a pagamento) alla parola
chiave, «McDStories», rivolgendo un invito ai navigatori: condividere le loro «storie
di McDonald’s». Storie positive, si intendeva. I problemi sono iniziati quando
quello stesso hashtag ha iniziato ad essere utilizzato da centinaia di persone,
ma con lo spirito opposto: raccontare esperienze negative, più o meno
autentiche, più o meno leggendarie, con la catena di fast food. In pochi
minuti, il portale di micro-blogging è stato sommerso da critiche sull'igiene
dei ristoranti o sul trattamento dei dipendenti, da resoconti su problemi digestivi
o addirittura cardiologici degli habitué del Big Mac, da vaghe ipotesi su
contaminazioni di crocchette e patatine.
Cambio di
rotta - Di fronte a
tanto disordine, è arrivata la decisione dall’alto: ritirare i messaggi
promozionali, ormai surclassati dai contenuti infamanti. L’episodio ha
sollevato tra gli addetti ai lavori nuove domande su quali siano le strategie
giuste per veicolare messaggi promozionali attraverso siti come Facebook e
Twitter. Lo spazio della pubblicità
classica era protetto, non era aperto a contestazioni. Ma quando vai sui social
network devi accettarne le regole, e la possibilità che tutti possano
commentare. Se chiedi su un social media di raccontare storie su di te, prima
devi sondare l’umore dei consumatori. E dopo accettare anche le critiche, e
lavoraci sopra.
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