mercoledì 21 dicembre 2011

I fantastici quattro


I Fantastici Quattro sono un gruppo di supereroi dei fumetti, creati da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics.

I quattro individui principali tradizionalmente associati ai Fantastici Quattro, i quali ottennero i loro poteri in seguito all'esposizione a raggi cosmici durante una missione di carattere scientifico nello spazio, sono:

Mr. Fantastic (Reed Richards), genio scientifico e leader del gruppo, che può allungare il suo corpo ad incredibili lunghezze e forme.

Larry Page neo amministratore di google (aprile 2011)  e cofondatore di Google ha dimostrato di essere un leader capace, audace e imprevedibile. Ha rilanciato e rafforzato YouTube e Android con prospettive di sviluppo incredibili;  ha chiuso 28 progetti che avevano deluso. Google+, la risposta a Facebook, ha guadagnato decine di milioni di utenti in pochi mesi. Ha acquisito Motorola Mobility, garantendosi brevetti, iniziando un confronto hardware con Apple. Alla faccia della crisi, le attività tradizionali di Google crescono mediamente del 30% e Google grazie alla sua supremazia delle ricerche on line (es. 70% share mercato americano) Google esplora altri settori, dalla telefonia mobile ai social network e a quanto pare ai viaggi.  Leader, elastico e dinamico come Mr fantastic, è uno dei protagonisti dell’economia del futuro?Sta differenziando il business in  quanto si sente minacciato dai nuovi modelli social di navigazione ? …. Google Panda a me sembra difensiva anti facebook.
 
La mostruosa ed enorme Cosa (Ben Grimm), amico brontolone ma benevolo, che possiede forza e resistenza sovrumane dovute alla natura della sua pelle rocciosa.

Oggi Apple è tra le prime aziende del mondo ed ha compiuto un’impresa senza precedenti nella storia del business è tutt’oggi un gigante che cresce con gli indici delle start up ed è ormai qualche anno che alla faccia della crisi registra ogni trimestre aumenti del 50%, con saltuarie punte del 100%. Ipod e Ipad sono i prodotti di punta, per alcuni non esiste neppure il mondo dei tablet, ma più semplicemente l’Ipad ne rappresenta l’intero settore; il lancio di una versione economica del iphone sarà a quanto pare il prossimo passo. Incassi trimestrali cresciuti in meno di due anni dai 15 ai 28 miliardi di dollari gli hanno regalato riserve di contante che non solo hanno superato il patrimonio netto di alcuni paesi, ma che durante la crisi del debito hanno superato anche quello del tesoro americano. Forte e massiccio come la cosa di cui non si è mai capito la reale intelligenza, rimane infatti l’incognita sul vuoto lasciato da Steve Jobs. La cosa certa è che ho scritto questo post con un Mac, ho un iphone ed un numero indeterminato di Ipod e come me il resto buona parte dell'umanità è utente apple e secondo lo vive come una sorta di status symbol.



La Torcia Umana (Johnny Storm), fratello minore di Sue, che può generare fiamme e volare;
Facebook il colosso dei social network è il più piccolo ed il più giovane dei fantastici quattro, a breve quotato in borsa non sorprende quindi che facebook continui a strappare i migliori giovani talenti della programmazione agli altri fantastici. Ottimi risultati nel settore pubblicitario con introiti pari a 1,6 miliardi di dollari pari al doppio del rispetto a anno precedente, facebook è oggi il centro delle campagne pubblicitarie on line. Il suo vero tesoro brucia però nei suoi server, nei dati che indicano come gli utenti interagiscono e con i prodotti. La nostra navigazione ed i nostri mi piace compongono il grafico del gusto della nostra società e monopolizzare questa informazione è paragonabile al onnipotenza.    
La Donna invisibile (Susan "Sue" Storm), la quale può rendere sè stessa e altri invisibili e creare potenti campi di forza.
Amazon, sebbene sia il gigante del ecommerce mondiale, sembra non reggere il confronto con gli altri tre. Ha marigini inferiori ed ha costi di magazzino superiori rispetto a Google e Apple, ma negli ultimi anni Bezos ha investito sui lettori ebook e sulla tecnologia cloud con ottimi risultati, senza contare che proprio i tablet prodotti dagli altri tre alimentano la base della vendita dei contenuti digitali  - libri, musica, film e applicazioni di cui è leader di vendita. Gli analisti indicano che in soli 20 anni Amazon ha praticamente raggunto i cento miliardi numeri che wallmart ha raggiunto in più di 34 anni. 

venerdì 16 dicembre 2011

Web Marketing

La definizione di Web marketing è letteralmente il marketing applicato alla rete Internet. Ciò è quello che dovrebbe essere letteralmente, ma per capirne meglio le implicazioni è necessario capire la  fondamentale differenziazione tra mondo off line e quello on line.

L’esempio più calzante è quello della comunicazione, ambito in cui Internet ha rappresentato una reale rivoluzione. I media tradizionali quali giornali e televisione hanno un audience enorme, ma molto eterogenea per definizione, in quanto mezzi di comunicazione di massa.
Il web sebbene renda possibile raggiungere  un numero più limitato di persone e  di clienti alla volta, grazie agli strumenti che lo caratterizzano  può andare a colpire in maniera diretta segmenti e target molto ben definiti. Ciò chiaramente implica un ruolo relativo alla profilazione, la segmentazione e la definizione dei target di consumatori molto più accurata e sofisticata rispetto al marketing tradizionale.


Il web marketing è pertanto sinteticamente definibile e  rappresentabile come l’integrazione strategica tra la struttura aziendale del mondo off line e quello on line, e quindi la realizzazione on line di tutti i processi tradizionali dell’azienda (pubblicità, acquisti, vendite, assistenza alla clientela ecc.)  al interno del world wide web, il tutto chiaramente volto per quanto ciò sia possibile a migliorare l’equilibrio economico aziendale.
E’ pertanto essenziale capire la rete, comprendere le motivazioni e la presenza on line del consumatore / cliente, individuare gli strumenti e canali innovativi impiegabili ed incrociare il tutto con i costi e ricavi connessi.
Nel marketing tradizionale la segmentazione dei consumatori è prevalentemente demografica (sesso, età, residenza / cap, reddito, istruzione, status ecc.). Nel web marketing invece la segmentazione del consumatore è una vera e propria profilazione  one to one, basata sugli stili di comportamento, sulle abitudini di navigazione e sulle emozioni ricercate e suscitate on line. La raccolta gestita di tutte queste informazioni  potrebbe quindi portare alla costituzione di un vero e proprio database dei consumatori tale da consentire all’azienda di sapere in anticipo che cosa desidera e che cosa sta cercando il consumatore on line.
 
Ritornando al esempio della comunicazione di cui parlavamo prima risulta chiaro che mentre la comunicazione di massa e la sua caratteristica irradiante è in gran parte passiva, l’advertising on line , con i suoi tipici strumenti (ranking, banner, link ecc.) viene attivata su richiesta (click) del utente e data la sua discrezionalità per essere efficace dev’essere pertanto somministrata in maniera profilata e definita.
In altre parole più turistiche, una volta che sappiamo, grazie alla profilazione eseguita, che il nostro consumatore è interessato a strutture di un livello alto / altissimo è inutile che andiamo a proporgli un prodotto a basso prezzo, una volta che sappiamo che il ns. consumatore per le sue vacanze preferisce il lungo raggio ed è molto attento al prezzo è inutile che gli andiamo a proporre un cinque stelle in Italia, in quanto mai e poi mai non solo cliccherà sul nostro banner o link, ma fatto più importante mai e poi mai comprerà questo tipo di vacanza.
Un altro aspetto profondamente rivoluzionario del web oltre alla psicografia one to one e la interattività comunicativa del web è il fattore prezzo. Il pricing del web è infatti non solo profondamente dinamico,  ma dà la possibilità al navigatore di assemblare i diversi servizi confrontandone le diverse caratteristiche e prestazioni in base alle sue aspirazioni.
In parole più turistiche il prezzo on line può in primo luogo essere aggiornato e quindi diventare dinamico rispetto alle tendenze della domanda. In secondo luogo il prezzo di un pacchetto apparentemente super vantaggioso ed equilibrato nel rapporto qualità prezzo dei singoli servizi può con pochi rapidi passaggi essere vanificato da scelte più connesse alle aspirazioni del cliente. Un consumatore più attento al comfort della sistemazione in loco e per nulla interessato al comfort vettoriale o viceversa può con pochi rapidi passaggi on line assemblare un pacchetto più adatto alle sue esigenze e quindi può con due click annullare il vantaggio competitivo del eccellenza di prezzo o di qualità del fornitore turistico.
La gestione delle vendite su Internet permette infine di ridurre la distanza tra produttore e consumatore e quindi di annullare i tradizionali intermediari del marketing off line, con forti implicazioni per i tradizionali canali distributivi.
Questa reale e preannunciata rivoluzione distributiva congiuntamente alla psicografia one to one, all’interattività comunicativa del web e alla dinamicità del pricing on line impone ai soggetti turistici del nuovo millennio un profonda ri-analisi del marketing e delle leve strategiche tradizionali, creando l’essenziale presupposto per l’introduzione del web marketing come priorità  assoluta nei loro comparti aziendali.    

BLOG

Il termine blog deriva dalla contrazione della parola inglese weblog, “traccia sulla rete”. Il Blog non è altro che un sito web tenuto in forma di diario personale i cui articoli scritti in maniera informale e diretta vengono pubblicati in ordine cronologico inverso  e possono essere  commentati dagli altri utenti. I blog spaziano negli argomenti più svariati e si può pertanto parlare di :

I Blog sono molto collegati tra di loro tramite link, questo sistema di interconnessioni oltre al enorme quantità di contenuti che vengono riportati generalmente al loro interno determinano la loro forte indicizzazione al interno dei motori di ricerca. Il sistema di link che li interconnette è generalmente definito blogosfera.
Un'altra caratteristica dei blog è che sono strutturati tutti più meno nella stessa maniera, una pagina iniziale, programma di pubblicazione molto intuitivo, un’archivio degli argomenti trattati ed una lista di link. Questa linearità nella loro struttura ne determina un alto livello di navigabilità ed è certamente da considerarsi un elemento essenziale della loro enorme diffusione.


I blog aziendali aiutano l’intera azienda a relazionarsi con il consum-attore. In base ai dati in possesso ai motori di ricerca il numero dei blog ha superato i 100 milioni ed ogni giorno vengono scritti più di un milione e mezzo di articoli / post al interno di essi. Altro numero significativo è che le prime 500 aziende al mondo hanno in essere una media di due / tre blog aziendali di tematiche diverse. Per quanto concerne l’Italia, questi è tra le nazioni più attive al mondo; l’italiano è infatti la quarta lingua più scritta nei blog e più di sei milioni di persone (più del 10% della popolazione) si collegano ogni mese a blog. La capacità di un influenza di un blog è valutata sul pubblico generico intorno al 18% e per quanto invece riguarda gli influencer questi ne vengono influenzati nel 38% dei casi.
Premesso che come abbiamo visto in precedenza il consumatore ha una crescente autonomia rispetto ad un tempo nelle scelte di acquisto, un ruolo sempre più attivo in tal senso è certamente rappresentato da internet che di fatto permette un sempre maggior potere informativo e capacità di scelta, rendendo il consum-attore sempre meno fidelizzato e meno passivo nei confronti della pubblicità tradizionale. Questa capacità informativa è di fatto ampliata dalla lettura di commenti e di siti scritti da altri consumatori che esprimono commenti e valutazioni sulle aziende ed i relativi prodotti.

In questo contesto rivoluzionato da questi nuovi canali di comunicazione le aziende possono utilizzare un blog proprio per umanizzare il rapporto con il mondo esterno, cercando di sviluppare una dialogo che sia solo basato sulla pubblicità persuasiva, ma basato appunto su un confronto con questo nuovo soggetto che è il consum-attore.
Ad “user generated content”, contenuti creati dai consumatori, si risponde pertanto con i “company generated content”, contenuti creati dal azienda. In altre parole per rispondere ai consumatori il migliore strumento è utilizzare gli stessi linguaggi e strumenti dei consumatori. Il linguaggio diretto e non formale dei blog oltre a permettere una comunicazione molto veloce, permette di esprimersi  proprio per la sua immediatezza in maniera molto credibile e convincente.

Un blog è a tutti gli effetti un sito web, ma perché allora utilizzare un Blog? Vi domanderete!
In primo luogo è un sistema semplice ed economico da creare e da gestire, se si sa utilizzare un sistema d posta elettronica , allora si è in grado di avviare un blog. In secondo luogo proprio per il suo formato standard permette ai visitatori di trovarsi immediatamente.
Il sistema è inoltre predisposto per pubblicare tutti i contenuti periodici, compresi quelli multimediali come audio e video e per ospitare parecchi tool. Tutto ciò li rende perfetti per piacere ai motori di ricerca, in quanto sia per contenuti ed aggiornamenti dei medesimi con argomentazioni attinenti e ricche di keyword, link, e lo standard di lettura da parte degli spider ne fanno un gioiello di web marketing.
Le innovazioni sappiamo spaventano, gli ostacoli si frappongono immediatamente tra le tantissime cose da fare e quelle canoniche che si potrebbero fare ulteriormente, il non aver tempo e la paura di perder tempo sono certamente problemi reali della nostra quotidianità. Messi però sulla bilancia priorità ed opportunità, dopo una doverosa analisi del posizionamento aziendale in tal senso e valutato quanto eventualmente ci si aspetta, il punto principale è capire se si vogliono imbastire relazioni più trasparenti e moderne con i consumatori  o rimanere nascosti.
I “commenti negativi “ sono possibili e frequenti, ma evidentemente in  quanto tali sono amplificabili anche in altri blog, e se giocati in casa sono riconducibili spesso su temi positivi e costruttivi dagli altri visitatori del blog, in ogni caso più fidelizzati. I benefici che si ottengono dallo sviluppare un rapporto trasparente ed interessato al ascolto, superano in genere ogni possibile rischio derivante da un commento negativo. L’importante è proprio in quanto non convenzionale che il personale affronti questo dialogo con profonda passione e che si capisca immediatamente che il blog non è uno strumento direttamente pubblicitario, ma un canale di comunicazione e di dialogo con il consumatore.
Carttaristiche principali di un blog devono essere :

La credibilità è nel presentare il tutto non come un messaggio pubblicitario, la frequenza  di aggiornamenti proprio per la sua cronologia sono la chiave d’interesse del consuma-attore, la sintesi deriva dalla natura immediata del web e la visibilità come molte delle altre voci  inevitabilmente  collegata a link, fonti e contenuti presentati nel blog, oltre al fatto che segnalare altri siti è il modo migliore per cercare di essere segnalati a nostra volta.
Lo stile di linguaggio è sostanzialmente il medesimo delle email ed il desiderio di ascolto dev’ essere sincero e credibile, evitare ogni forma di arroganza dal alto verso il basso che in quanto pubblica è non solo difforme con il canale di comunicazione, ma determina solo la fuga dei consum-attori che sono lì proprio per essere protagonisti della verticalizzazione del brand.

Per la gestione di un blog vi sono alcuni accorgimenti o sarebbe meglio parlare di trucchi che ne ottimizzano la visibilità e risultati. In primo luogo i titoli dei post proprio per la loro visibilità nei motori di ricerca devono favorire la visibilità di certe parole chiave. In secondo luogo la valorizzazione dei link in quanto fonte / contenuto è il più auspicabile per ottenere credibilità, e visibilità. In terzo luogo il contenuto di servizio o meglio dire di servizi finalizzati al ottimizzazione del dialogo o della logistica della fruizione del rapporto risultano non solo apprezzati o utili ma argomentazioni essenziali in caso di confronto nati da commenti negativi. Infine il dietro le quinte, storie e diciamo gossip sulle persone del azienda risultano molto efficaci per avere l’impressione di non avere a che fare con entità astratte ma con individui. Ciò aiuta proprio per la sua umanità ad accettare l’errore, come un errore umano e non come un errore aziendale.

Viral marketing

Il Viral marketing è il marketing legato al passaparola (buzz marketing). E’ sempre esistito ed è sempre stato un fenomeno spontaneo, un’onda da cavalcare, un momento  al massimo da sfruttare passivamente, qualcosa in altre parole considerato non controllabile e codificabile come invece l’advertising tradizionale. 
L’obiettivo del Viral Marketing è pertanto creare i presupposti e l’ambiente per cui si possa realizzare questo momento e questa onda spontanea nasca. Per alcuni il presupposto del viral marketing è fare un qualcosa che non sia mai stato fatto prima, utilizzare un’idea creativa per fare in modo che tutti ne parlino.
Le nuove tecnologie ed in particolare internet e mobile semplificano la diffusione e la condivisione d’informazioni, ne rendono molto più veloci la diffusione e permettono di aumentare impatto e volumi di detto passaparola.
Il buzz marketing è ogni genere d’impegno volto usato per generare un evento dall’elevato impatto, il cui vero scopo non è altro che quello di creare un notevole picco di conversazioni attorno ad un brand / prodotto / servizio.  Il motivo per cui si parla invece generalmente di viral marketing è che è metaforicamente paragonato al evoluzione vitale di un virus.

L’utilizzo  di detti metodi non convenzionali è generalmente determinata dalla volontà aziendale di dare visibilità al marchio / prodotto / servizio senza ricorrere al advertising tradizionale.  Metodo reale , basato su esperienze dirette delle persone con specifici marche / prodotti e servizi, l’atto di creare un buzz consiste semplicemente nello stimolare la condivisione di informazioni. E’ un metodo in ogni caso basato sulla fiducia aziendale nel proprio servizio / prodotto che ha come  presupposto almeno la prima fascia degli users del detto prodotto / servizio sia soddisfatta al punto da diventarne agente personale.  In altre parole bisogna partire da un buon prodotto , di cui i consumatori sono alla ricerca cercando di sostenerlo con ottimi servizi e assistenza. Ciò creerà un effetto domino, incrementando la soddisfazione del cliente ed il conseguente rendimento del prodotto.  
Il buzz marketing per avere successo deve avere alla base di tutto un’idea forte sulla quale poter innescare il flusso di comunicazione ed in altre parole essere coinvolgente:

Il buzz marketing per la natura edonistica dei viaggi, è assolutamente applicabile al settore turistico, mentre risulterebbe assolutamente fuori luogo in altri settori legati ai servizi quali potrebbero essere ad esempio quello assicurativo o legale.
Il target del buzz marketing sia per la velocità della rete Internet e mobile, sia per la detta irriverenza ed originalità che deve avere la detta idea forte è sicuramente il target dei giovani. 
I vantaggi di una campagna di buzz marketing sono sintetizzabili principalmente in tre principali :
-          Strategie economicamente accessibili
-          Velocità di espansione del messaggio
-          Comunicazione diretta tra consumatori e azienda / marchio

mercoledì 14 dicembre 2011

Google Panda : propaganda,democratizzazione o basta SEO?


Google Panda è stato lanciato per la prima volta a febbraio 2011 in USA ed esteso al resto del mondo, inclusa l’Italia (sono interessate tutte le lingue, tranne giapponese, cinese e coreano), nel mese di agosto. Il lancio fatto solo sul inglese ha avuto come prima conseguenza una rivoluzione nei risultati di ricerca in google.com, cambiando circa il 20% delle posizioni secondo Google; alcuni siti web americani che vivevano di traffico naturale hanno perso in pochi giorni il 50% di traffico a causa di una perdita secca del ranking.


Panda è una vera e propria rivoluzione in quanto introduce in primo luogo la valutazione della qualità di un sito in modo algoritmico, in secondo luogo Google per la prima volta, ha condotto una ricerca sul consumatore e incorporato il parere umano nel suo meccanismo di calcolo algoritmico. Panda sembra quindi essere concentrato principalmente nel premiare l’unicità dei contenuti e la qualità dei contenuti e la qualità dell’esperienza di navigazione per gli utenti. In altre parole l’obiettivo di google è dare agli utenti dei risultati di alta qualità alle interrogazioni, riducendo il numero di siti con contenuti di bassa qualità nelle prime posizioni delle classifiche. Questo perché esistono siti che vivono di traffico naturale attraverso il riciclo e ottimizzazione dei contenuti altrui finalizzato soltanto a guadagnare ranking e ricavare soldi dal traffico web.  


Con l’avvento del nuovo algoritmo Panda e delle nuove regole impostate da Google, la vita degli esperti SEO (Search Engine Optimization), ovvero coloro che trascorrono la propria esistenza a cercare nuovi metodi per trascinare gli utenti di Google sui siti web, si è fatta sempre più dura. La lotta per accaparrarsi traffico dal motore di ricerca ha generato un vero e proprio mercato, che nella storia ha avuto diverse evoluzioni, a partire dalla nascita dei cosiddetti “contenutifici” ovvero quei siti in cui i contenuti erano prodotti a peso, con il solo intento di sviluppare pagine viste ed introiti pubblicitari, senza minimamente curarsi della qualità dei contenuti, spesso usando algoritmi automatici per generare pagine piene di parole chiave.

Google è però diventato sempre più “intelligente”, generando una vera e propria rincorsa tra gatto e topo, con gli esperti SEO ad inventare nuovi trucchi e Google a trovare nuove contromosse. Il SEO è considerato una vera e propria scienza, che parte da numerosi assunti circa le modalità con cui realizzare un sito web ed i suoi contenuti. Google nel frattempo ha rafforzato sempre di più il suo “Team Antispam”, ovvero un dipartimento dedicato esclusivamente a controbattere colpo su colpo a coloro che puntavano a generare traffico puntando esclusivamente sulla tecnologia e non sulla qualità editoriale.


Google quindi punta ormai esclusivamente sulla qualità intrinseca del contenuto e non su come è realizzato il codice HTML che lo contiene. Sembrerebbe, quindi, che Google cominci a fregarsene della forma e vada alla sostanza, con obiettivo di fare trovare i buoni contenuti a chi li cerca. Unica preoccupazione sarebbe scrivere ottimi contenuti, accessibili, interessanti, con buoni titoli. Ma non ci sarà più alcun premio per chi segue regole SEO dei manuali o cerca trucchi tecnologici.


Se pertanto avete un blog o se siete un’azienda che sta per stanziare un budget per pagare costosi esperti SEO, forse è il caso di pensarci bene e magari spendere più tempo e soldi per produrre ottimi contenuti.


Resta il fatto che Google sta, di nuovo, cambiando il paradigma. Ma se ci pensate, in tutta questa storia c’è una coerenza di fondo: il più grande sito oggi al mondo non ha mai avuto bisogno del SEO per farsi trovare. Si chiama, appunto, Google.


In sintesi Google Panda segna un nuovo corso nel modo di aggiornare l’algoritmo; se google continua a lavorare in questo senso, la voce dell’utente sarà ulteriormente integrata nel meccanismo di ricerca e l’algoritmo premierà i siti di qualità più attivi dal punto di vista social. Molte secondo me sono le domande da porsi. 


Il web si sta effettivamente democrartizzando?
E' propaganda pro-google? Non c'è da verificarlo osservando andamento dei nostri siti!
E' una reazione al crescente strapotere di facebook? 
Il consum-attore regna sovrano anche sul web?
Che futuro ha il SEO?


Sono solo alcune ..

Turismo online : non è un affare made in Italy

Il turismo on line è un business, ma per le aziende straniere, e l’Italia, continua a perdere PIL che esso genererebbe se realizzato made in Italy.

Posizione
Sito internet
Voti (in %)
1
expedia.it
12,0%
2
ryanair.com
8,5%
3
lastminute.com
7,5%
4
booking.com
6,9%
5
edreams.it
5,1%
6
tripadvisor.it
4,0%
7
volagratis.com
3,5%

 Analizzando la classifica dei siti ecommerce di servizi turistici bisogna arrivare alla settima posizione per trovare una matrice italiana, anche se cono sede in svizzera. Risulta invece evidente che in Italia le Olta (on line travel agency) hanno tyrovato una terra vergine e che si è probabilmente perso troppo tempo nel dibattito tra operatori di settore sulle modalità di distribuzione, multicanale si o multicanale no. L’analisi è infatti impietosa, dagli ultimi dati risulta che  18,4 miliardi è il valore del ns. turismo in totale , di esso il 17% - pari a 4,2 miliardi – viene intermediato dal web ed il 17% - pari a 4 miliardi  - quello intermediato tramite gli operatori tradizionali.

Il problema è che l’Italia, da un lato lenta nel adozionedelle nuove tecnologie ma soprattutto incapace a superare settorialmente le incopatibilità commerciali derivanti dalla multicanalità si è fatta portare via market share dalle aziende straniere. Le Olta  vedendo ancora un potenziale da sviluppare sono venute a prendersi le quote di mercato italiane. Cina, Perù e Italia sono considerati i bacini di clientela strategici prechè ancora lontani dal tasso di penetrazione dell’online. (sfiora solo il 20%) definito saturo come la media europe, pari al 35%.
Una nota di merito va ad Alpitour che non solo è entrata sul mercato on line, che con la formula 10 + 90 che risolve i limiti delle carte di credito se da un lato in base ai risultati di fatturato e posizionamento difficilmente può dirsi soddisfatta ha dimostrato di avere  studiato limiti e  criticità.  

martedì 6 dicembre 2011

Comunicare con lo show business


Lo show business come modalità di relazione brand – consumatore

Il prodotto evento / spettacolo scaturisce da un’idea creativa ed in quanto tale non consente standardizzazioni industriali. Per avere successo un prodotto evento / spettacolo deve da un lato dare riscontro alle attese ed ai gusti degli spettatori e dal altro non può prescindere da un dettagliato progetto e piano organizzativo complessivo.  Il processo produttivo di un evento / spettacolo segue pertanto diverse fasi invece standardizzabili in quattro fasi :
L’evento spettacolo ha anche lui un suo ciclo di vita determinato in primo luogo da due fattori essenziali quali la durata del medesimo ed il gusto degli spettatori. Per il prodotto evento spettacolo siamo pertanto in presenza di cinque fasi di vita :


In precedenza abbiamo visto quanto e come  il mercato attuale sia sempre più  complesso, il consumatore può scegliere tra una varietà quasi infinita di prodotti ed il successo di un prodotto non è legato solo a ragioni tangibili (qualità, disponibilità), ma si basa sempre di più su elementi intangibili che hanno la funzione di differenziarlo rispetto ai concorrenti e di costruire una solida relazione con i propri consumatori. La comunicazione deve pertanto necessariamente evolversi ed esplorare nuovi ambiti maggiormente vicini alle esigenze del consumatore finale, che chiede di entrare sempre più in contatto diretto con la sua marca di fiducia; è necessario pertanto creare momenti di condivisione e di esperienza dove il consumatore e la marca possano incontrarsi e nella migliore delle ipotesi interagire.

In base alla detta logica risulta evidente quanto e come lo show business rappresenti sempre di più un ambito applicativo di eccellenza, in quanto spinge le imprese a produrre esperienze coinvolgenti attraverso le quali intrattenere e soddisfare i consumatori, utilizzando tra altro ambiti aspirazionali (Tv, cinema, musica) con linguaggi vicini e popolari per il consumatore.

La marca viene quindi associata al mondo valoriale del artista o dello spettacolo selezionato e la relazione non avviene più su un livello di contenuto informativo o pratico ma decisamente emotivo ed esperienziale. La vera potenzialità per le aziende nell’investimento nello show business non sta nella semplice sponsorizzazione ma nella creazione di momenti esperienziali unici per il consumatore, resi possibili solo grazie al intervento della propria marca / prodotto.

Per analizzare un evento / progetto spettacolo è necessario in primo luogo porsi ed analizzare alcune domande :

Qual è il prodotto entertaiment più corretto ad una determinata azienda?  Quale ambito artistico (cinema, musica, Tv, teatro) privilegiare?  Quali sono gli strumenti e gli ambiti in cui il marchio sarà più visibile o ancora meglio protagonista?

Definite le dette risposte è necessaria una seria valutazione “quantitativa”, in quanto la variabile economica riveste un ruolo di difficili e doverose analisi nella relazione tra investimento e ritorno d’immagine, in cui è essenziale analizzare la serietà e la capacità produttiva del evento spettacolo e del suo conseguente ciclo di vita.

In secondo luogo è fondamentale abbinare la marca a eventi di entertainment con i quali la marca stessa condivida valori di base e target di riferimento e soprattutto in cui non vi sia un rapporto di mera sponsorizzazione.

Infine è importante la selezione di ambiti di azione in cui nessun competitor (soprattutto leader di mercato) non abbia costruito nel tempo una progressiva notorietà e dove sia meno difficile occupare un proprio spazio di visibilità e credibilità.

Le regole per un approccio strategico vincente sono :

-                     Capitalizzare tutta la potenzialità data dallo show business non vivendolo come sponsorizzazione, in tal senso è essenziale stabilire con organizzatore del evento una vera partenrship di valori ed opportunità reciproche.

-                     E’ importante integrare l’evento / spettacolo con un piano di comunicazione in grado di rafforzare il legame azienda- artista, al fine di aumentare il livello di accettazione della marca da parte del consumatore finale.



martedì 11 ottobre 2011

Comunicare nel no profit

Nel attuale panorama socio economico, accanto allo stato ed al mercato sta crescendo in modo sempre più significativo il così detto Terzo settore, all’interno del quale rientra una variegata tipologia di soggetti che si possono definire enti no profit., e pertanto soggetti che non operano per ragioni di lucro.
Gli enti no profit sono persone giuridiche di natura privata che si autogovernano. Essi non prevedono distribuzione di utili (né distribuzione di capitali alla liquidazione, né definiti interessi proprietari cedibili a terzi) e s’impegnano prevalentemente in attività non lucrative. Sul piano operativo, si avvantaggiano di prestazioni volontaristiche (senza inquadramento sindacale) e di contributi materiali da parte di sostenitori che donano e non investono (se non indirettamente sull’immagine).
Un ente no profit vive generalmente di tre apporti : pubblico, volontariato e donatori. Le aziende no profit erogano generalmente un prodotto o un servizio ad un prezzo nettamente inferiore al suo valore di produzione, l’organizzatore no profit ha pertanto generalmente bisogno per sostenersi di un donatore.
L’ente no profit fa pertanto uno scambio di valori fra un donatore (impresa) che mette a disposizione risorse economiche, beni materiali o tempo ed un’azienda no profit che restituisce al donatore (impresa) i propri valori.
L’obiettivo di un azienda no profit è mirata al sociale e non deve raggiungere un beneficio tangibile come il profitto. Le imprese sono invece for profit e hanno pertanto un obiettivo pratico mirato alle vendite e quindi al profitto.
In considerazione del fatto che a parità di prezzo e posizionamento di brand il consum-attore sceglie sempre più spesso l’azienda con i  valori sociali in cui s’identifica maggiormente.  Le imprese for profit sia per esigenze di comunicazione che per volontà di differenziazione dai concorrenti non solo sono sempre più spesso attenti al rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, ai processi produttivi a basso impatto ambientale, ma  oltre al classico bilancio finanziario molte aziende hanno iniziato a creare ed a produrre bilanci sociali per evidenziare impegno e valori in ambito sociale. 
E’ pertanto evidente che in quest’ottica  le aziende for profit hanno sempre più interesse nel donare / investire nel no profit per essere identificati anche con i valori delle imprese no profit.
La prima esigenza concreta di un’azienda for profit è contribuire alla soluzione di un problema sociale che sia coerente con la propria mission aziendale. 
Identificata una causa coerente con la mission aziendale è importante pianificare media relations, eventi, promozioni ed eventualmente un testimonial che si presti alla comunicazione della causa. Tutti questi elementi devono essere non solo coerenti con la mission aziendale, ma è soprattutto necessario capire quanto questi possano essere profilati per il target di riferimento del azienda. 
Per l’impresa nella detta analisi è importante fissare fin da subito le opportunità di comunicazione di breve, medio e lungo periodo, in altre parole capire quanto ed in che modo debbano essere comunicati i risultati dell’apporto economico del azienda al ente no profit. 

martedì 27 settembre 2011

La creazione di un evento

La creazione di un evento si struttura in quattro  fasi ben precise :

La fase della strategia è generalmente costituita :
-                     Obiettivi generali e specifici di comunicazione
-                     Analisi del target di riferimento e dei suoi comportamenti
-                     Valutazione mode e tendenze
-                     Studio concorrenti e loro attività al fine non creare omologie e sovrapposzioni eventi
-                     Analisi punti forza, debolezza ed eventuali vulnerabilità eventi

La fase della creatività è generalmente costituita :
-                     identificazione tema creativo portante
-                     Ideazione e progettazione regia
-                     Ricerca unicità e distinvità
-                     Identificazione link, partner ed attività collaterali
-                     Valutazione notiziabilità
-                     Realizzabilità delle idee
La fase del esecuzione è generalmente costituita :
-                     Verifica fattibilità
-                     Selezione elementi esecutivi e pragmatici
-                     Definizione tempi e programma
-                     Operatività sul campo
-                     Analisi risorse umane e servizi necessari
-                     Sopralluoghi costanti
-                     Gestione, coordinamento e supervisione dei dettagli
-                     Controllo costante del budget
La fase della misurazione è costituita dai seguenti punti :
-                     Valutazione del progetto nel suo insieme
-                     Misurazione dei risultati
-                     Correlazione tra risultati e obiettivi previsti
-                     Ritorno sul investimento

Gli eventi possono essere di nicchia o di massa, i contatti quindi seguono la medesima logica, certo è che per entrambi i tipi di eventi è consigliabile un contatto profilato e di alto livello, in quanto proprio da questo dipende la prima percezione del brand. Non è pertanto il numero dei contatti a fare la differenza, ma la qualità dei contatti. L’evento è caratterizzato dal possedere un’elevata capacità di coinvolgimento e di creare interazioni con il pubblico molto forti, questo determina la qualità del contatto.
Per avere un evento strategico di successo bisogna puntare a tre audience :

-                     Diretta e primaria : coloro che partecipano al evento
-                     Influenzata : coloro che non vi hanno partecipato attivamente  e che lo vivono attraverso il racconto dei partecipanti
-                     Mediata : non partecipa al evento, ma ne viene a conoscenza e ne fruisce tramite la comunicazione
Un evento aziendale deve avere massima visibilità, in quanto più visibile è l’evento e maggiormente è visibile il brand promotore del medesimo. L’evento diventa un pretesto per l’azienda per comunicare.  E’ bene pertanto coinvolgere ufficio stampa, pubblicità ed i canali web di promozione.  Ciò non toglie che soprattutto in ambito B2B è bene il contatto diretto. Per comunicare è fondamentale conoscere il target di riferimento del evento, in quanto da un lato ci consente di capire quali sono i media da loro preferiti e, conseguentemente ci permette di lavorare sui contenuti di notiziabilità del evento.
Per avere una personalizzazione di un evento la conoscenza del target dev’essere quasi un processo d’immedesimazione che ci permetta di pensare, emozionarci e relazionarci come farebbe il nostro profilo di target.
Web e digital PR data la loro velocità, interattività e curiosità, sfruttando il buzz on line per innescare il passaparola in rete integrata con attività di guerrilla marketing e di  sticker sono oggi tra gli strumenti che possono innescare più passaparola profilato  tramite i vari blog con affinità e argomento profilato al evento.