mercoledì 30 maggio 2012

I marketer italiani credono nei social media

Tra febbraio e marzo 2012 c’è stata una ricerca europea di Google e Millward Brown, dal titolo indicativo: “How social technologies drive your business?“, su un campione di 2700 professionisti operativi in Europa, con l’obiettivo di capire a fondo in che modo i social tool sono utili al business e alle aziende, le sfide future e la loro influenza sul lavoro e la produttività delle persone.

Iil 32% del campione usa social network esterni come LinkedIn, Twitter etc. per motivi legati alla propria attività lavorativa, mentre il 23% usa giornalmente in-house social tool. Sorprendentemente, l’Italia figura nelle prime posizioni di chi crede maggiormente nei social media (74%).
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martedì 29 maggio 2012

Il laboratorio supera le 10.000 visualizzazioni

Oggi il mio blog "il Laboraorio" ha superato le 10.000 visualizzazioni, per ringraziarVi del interesse che mi dimostrate ho pensato di condividere con voi una piccola analisi del traffico del blog.

Di queste 10.000 visite circa 3.000 sono state nell' ultimo mese.
Nel blog ci sono attualmente 235 post che sono stati letti quindi mediamente circa 43 volte ciascuno.

Le visite del blog sono in crescita esponenziale a partire da novembre 2011 e mese per mese come mostra la curva stanno quindi aumentando costantemente. Buona notizia!




Le visite mensili come mostrato dalla curva sono piuttosto discontinue. Piuttosto normale, ma brutta notizia!


I visitatori del ultimo mese sono nel 69% nuovi, ma c'è una media del 30% che invece è almeno la seconda volta che ci rientrano. Questa è un'ottima notizia in quanto mi fa capire da un lato che non li ho delusi e dal altra che crescendo i visitatori potrebbero crescere proporzionalmente i returning visitors. Considerate che mediamente un visitatore legge più di due post e resta nel blog una media di circa 3,15 minuti.

 Il traffico arriva principalmente da google italia, facebook, linkedin e google.com.


Il traffico non è solo italiano (58%), ma arriva anche da molti altri paesi, quali Stati Uniti (19%), Germania (4%), Russia (3,5%),  Emirati Arabi Uniti (2,3%), Francia (2,3%), Inghilterra (1,8%) e Svizzera (1%). Questo non me lo aspettavo ... Il laboratorio è quindi un blog internazionale.

Il goal c'è anche ed è al 2,4% di conversione, non è altissimo. Trattandosi in sostanza di un sito di personal branding "About me" è stato aperto dal 244 persone.

Nel insieme è tutto piuttosto soddisfacente, riservo per me alcuni dati come il bounce e altre valutazioni certo della vostra comprensione e augurandomi che dopo questo piuttosto noioso e autocelebrativo post mi continuerete a leggere comunque.
L'analisi è di mia soddisfazione, anche se non ho ancora ottenuto quanto mi sto proponendo la cosa mi rende piuttosto orgoglioso ed è al di là delle mie aspettative, ciò che mi dispiace maggiormente è di avere pochi commenti da parte vostra, renderebbe secono me il tutto più interessante anche per me in termini di confronto.

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lunedì 28 maggio 2012

Il media model del gratis

Radio e Tv sono free to air, gratuiti pertanto per gli utenti e sostenuti prevalentemente dalla pubblicità. Il media model del gratis si basa appunto sulla terza parte (gli inserzionisti) che finanzia i contenuti che la seconda parte (telespettatori) possa fruirne gratis. Questo modello di business a tre vie è da decenni al centro di un industria da 300 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti.

Le nuove tendenze tecnologiche ed il conseguente sviluppo di contenuti digitali esponenziale sta portando inesorabilmente verso lo stesso modello di business.

o Offerta e domanda : i contenuti aumentano esponenzialmente, ma la domanda no. Due sono gli occhi, due le orecchie e 24 le ore.
o Perdita della fisicità : un bene fisico ha un valore percepito diverso rispetto ad uno digitale. Il bene digitale in quanto intangibile è quasi astratto.
o L'industria informatica ha più interesse che i contenuti digitali siano gratuiti perchè in questa maniera aumenta il valore del bene informatico. Un ipod con poca o senza musica non ha senso.
o Facilità accesso : più facile scaricare contenuti che trovarli nei negozi.
o La generazione cresciuta con la banda larga e che ha quindi gratis i suoi primari interessi (musica, social network e media) ha il gratis nel dna ed il passaggio di abitudini nate sul web al mondo reale potrebbe essere molto veloce.

Ipotizzare un mondo in cui trionfa il media model del gratis basato sulla pubblicità è forse eccessivo ma è certamente per questi motivi  che on line vincono i modelli basati sulla pubblicità.

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Crowdsourcing

"Crowdsourcing" è un neologismo che nasce dal unione tra "crowd", folla, e "outsourcing", l'insieme delle attività esternalizzate da un'azienda, che si realizza quando un'azienda coinvolge e richiede la collaborazione fattiva a un'insieme di persone appartanenti a una comunità virtuale.
Nascono così progetti dove la cosidetta domanda (consum-attore) può ideare, creare, finanziare, migliorare o semplicemente giudicare un nuovo prodotto.

La FIAT ha preceduto il lancio della 500 con un'intensa attività di crowdsourcing sulla piattaforma 500wantsyou, una piattaforma dove ognuno poteva dare il suo contributo, esprimere un giudizio, fornire utili consigli su tanti particolari progettuale della nuova versione della 500.

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martedì 22 maggio 2012

Il valore della diversificazione nel revenue management

Il più classico modello di revenue management è il così detto dynamic pricing che si realizza mutando dinamicamente i livelli di prezzo in funzione del tempo di prenotazione o luogo di acquisto. La sua più tipica applicazione è in ambito turistico ed in particolare si verifica quando le compagnie aeree attuano sistemicamente variazioni di prezzo in funzione del riempimento e del approssimarsi dell'erogazione del servizio.

In alcuni altri settori, soprattutto per il recente sviluppo della multicanalità si stanno realizzando tecniche di revenue management soprattutto basate sul multichannel pricing, dove la diversificazione dell'offerta non è altro che la conseguenza di una diversificazione (on-off line) del pacchetto d'offerta.
Interessanti i casi a confronto di Apple e mediaworld che hanno due approcci di multichannel pricing dove il ruolo del canale digitale è completamente diverso, uno orientato al trading up e l'altro al trading down.
Apple propone il nuovo mc book pro on line ad un prezzo più caro del 8% rispetto al prezzo off line, controbilancia questo sovrapprezzo con opportunità di riceverlo già completamente configurato, con la consegna sicura entro 24 ore (invece di preordinarlo per stock limitati) e con assistenza on line.
Mediaworld ti dà invece opportunità di risparmiare con acquisto on line il 12% , ma con nessuna assistenza preacquisto, con tempi d'attesa per la consegna in base disponibilità magazzino e senza poter rientrare nel suo programma fedeltà.

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Web analytics

La web analitycs è lo studio del comportamento dei visitatori di un sito che avviene attraverso la misurazione, l'analisi e la reportistica dei dati raccolti. Web analitycs in altre parole è l'insieme delle attività di misurazione, raccolta e analisi dei dati web, accompagnata dalla costruzione di un'accurata reportistica mirata alla comprensione dell'interazione degli utenti delle performance di un sito, il tutto al fine di migliorarne l'interazione e quindi la conversione negli obiettivi che ci siamo proposti.

Le metriche di riferimento necessarie per profilare i navigatori e quindi rendere il sito sempre più rispondente alle loro necessità sono :

- Visitatore : una qualsivoglia persona che accede dal proprio computer al nostro sito

Il visitatore genera un cookie sul proprio browser da cui viene marcato per le future visite

- Visita - Sessione : il visitatore entrando in un sito genera una visita - sessione che è costituita dalle pagine  viste durate la sua navigazione.

- Pagine viste e durata per visita : importante è capire le pagine viste ed il tempo di ogni visita, ciò è il primo indice di interesse stimolato nel visitatore.

- Bounce - rimbalzo : è il termine che definisce quando un visitatore entra nel sito e ne esce subito. Può essere utile capire da quale pagina questo comportamento del utente avviene più spesso.

- Conversione : la metrica più importante di tutte, non è altro che il comportamento che noi vorremmo dal nostro visitatore, la cosa per noi più importante per cui si è investito nello sviluppo del sito.
Nel caso del ecommerce è il momento del acquisto, nel caso in cui di "generazione lead" è il momento in cui il visitatore compila un form lasciando i suoi dati e nel caso in cui il core business sia la pubblicità saranno le visualizzazioni sui banner ed i click su di essi.

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Facebook acquista Karma

Karma è un app di mobile gifting che permette di trovare e inviare doni a amici e conoscenti, grazie all’acquisizione dei dati proprio da Facebook e la sua conseguente profilazione degli utenti.
Sarà stata probabilmente la quotazione che ha assorbito tutta l’attenzione pubblica, ma è  del altro giorno la notizia “in sordina” dell’acquisto di Karma da parte di Facebook (proprio alla fine del primo giorno in Borsa).
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Dai colore alla tua commissione : revenue management applicato alla provvigione

“Dai colore alla tua commissione” pensata ed elaborata nel autunno del 2009,  è stata una campagna permanente che ha caratterizzato il contratto Aviomar 2010 – 2011. Partendo dal presupposto che gli hotel applicano normalmente politiche di pricing con sconti fino al 50% con le medesime logiche di revenue management abbiamo inserito nelle tabelle prezzi degli hotel dei numeri colorati (1,2 e 3) a cui corrispondevano  invece delle over commission provvigionali che andavano a premiare le agenzie di viaggi.

I pallini colorati – over commission distribuiti nei listini in comune accordo con gli alberghi in base ai risultati di vendite degli anni passati ci hanno permesso :
·         Incentivare le vendite anche se solo in certi periodi sul 48% del nostro portafoglio prodotti (1200 alberghi)
·         Innalzare le provvigioni 1%,2%, e 3% in base ai periodi di vendita …
·         Incentivare in maniera mirata strutture e periodi che avevano bisogno ...
·         Trattandosi di una campagna permanente su tutta la stagione di concentrare in maniera coerente e costante la nostra comunicazione trade su questo messaggio promozionale …
·         Visibilità in ambito trade in quanto molti giornali apprezzando l’originalità del iniziativa hanno riportato in diverse occasioni articoli sul “Dai colore alla tua commissione”.

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Il Tryvertising

Il tryvertising è un mix tra la prova gratuita del prodotto solitamente effettuata con il sampling e la pubblicità con obiettivo di ottimizzare con obiettivo di ottimizzare prodttoi e relativo marketing mix facendo partecipare attivamente il consumatore. Gli utenti vengono segmentati, invitati a provare il prodotto e a mandare il loro feedback sul prodotto in generale fornendo elementi utili per decidere se e come lanciare o meno il prodotto.

Ciò coinvolge inoltre il consumer innescando un processo di passaparola virale.

Ultima forntiera del TRYVERTISNG è quanto sta facendo in Brasile, CeA BRASIL, un azienda di abbigliamento che ha esposto nella sua pagina facebook una selezione di capi dell'ultima collezione collegandola direttamente attraverso appendiabiti interattivi. Ogni prodotto in esposizione riceve direttamente i like delle clienti, con una semplice pressione sul display.
In questo modo ciascuno può vedere sulla pagina il numero di preferenze di ogni capo e contemporaneamente, all'interno del negozio, il display conteggia quante persone hanno apprezzato il prodotto in vendita.

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Social network : Proibizionismo aziendale e il codice etico di TNT

Molte aziende ritengono opportuno impedire ai propri dipendenti di navigare su social media, motori di ricerca o internet sia per evitare “distrazioni” durante il lavoro sia per paura che veicolino dati sensibili in rete. Personalmente ritengo che il proibizionismo con la quantità di device oggi disponibili sia anacronistico e che la strada giusta alla stregua di cellulari, macchina, pc etc  sia l’educazione e la responsabilizzazione delle persone il cui apporto in rete può essere invece molto utile al azienda.

TNT ha ad esempio introdotto un codice etico per i social media, in altre parole delle linee guida con la lista delle cose che si possono fare e quelle invece vietate quando si naviga in ufficio. I dipendenti possono pertanto promuovere se stessi e l’azienda attraverso i social media ma solo con contenuti in linea con i principi e valori aziendali, hanno invece il divieto di pubblicare deformazioni logo aziendale, pubblicare materiale osceno, visistare siti volgari così come commentare le performance aziendali, sono altresì valutati molto positivamente racconti ed esperienze personali raccontati in modo personale e sincero.
Ciò secondo me oltre a migliorare la brand reputation on line e sviluppare la forma mentis dei dipendenti in termini digitali, è  più vicino a modelli di welfare aziendali che favoriscono l’operatività quotidiana dei singoli.
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lunedì 21 maggio 2012

Rugbeer Salta - Gaming e viral marketing

La Cerveza - Salta ha giocato sulla passione per il rugby in Argentina ed ha creato questo distributore automatico di birra un pò gioco (punjing ball da luna park), un pò distributore ed un pò strumento di viral - video marketing.

Un classico distributore di birra, come ne abbiamo tanti in Italia di caffè e bibite, ma il cui funzionamento è condizionato dalla potenza di mischia da parte del utenza. In altre parole, metti la moneta e devi dare una spallata (tipo mischia da rugby), se la potenza di massa è sufficiente il distributore  elargisce la birra.



Il gioco imperversa on line e le vendite della birra nei locali che sono entrati nel Rugbeer Tour sono aumentati del 25%.

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La Tv on demand in my time cambia le logiche del palinsesto

All'inizio fu il Near Video on Demand, gli operatori via cavo nordamericani mandavano in onda un ridotto numero di opere cinematografiche a intervalli ravvicinati, 10-20 minuti, il telespettatore aveva così l'impressione di iniziare la visione a suo piacere. Poi arrivarono, in Florida, i primi esperimenti di Video on demand (vod): si sceglieva da un catalogo il film da vedere e la visione iniziava.

La digitalizzazione era agli inizi e trasferire in digitale le pellicole era costoso, ma soprattutto inutile, l'85% degli abbonati sceglieva infatti il 5% dei film a disposizione; l'esperimento fallì. Oggi, a vent'anni di distanza, il video on demand è altra cosa e anche le abitudini di consumo del pubblico si sono evolute. La missione editoriale è però sempre identica, offrire ai clienti quel che desiderano quando lo desiderano. Per il pubblico si tratta di passare dal Prime Time al My Time, ovvero dalla fascia oraria fissata in base alla maggior quantità di persone presenti in casa, ad un momento della giornata stabilito da ciascuno.
In Italia è stata Fastweb ad offrire il vero e proprio video on demand forte della banda a fibra ottica, poi sono seguiti gli altri operatori telefonici e televisivi, ma la domanda nel frattempo si è estesa, non solo quello che desidero quando lo desidero, ma anche dove, su quale device, lo desidero vedere, in modo da rendere più comoda l'interattività tra spettatore e comunità. L'interagire preferito non è infatti tra spettatore e programma, ma tra spettatore e la comunità dei social network.

Operare su più fronti per rendere più agevoli queste interrelazioni è la strategia vincente. Nel frattempo il vod si è esteso alle console, xBox e Playstation, mentre la possibilità di visione in differita, senza nulla perdere di quanto si stava seguendo in diretta, è in Italia non solo presente ma anche misurata da Auditel, e i dati dei primi quattro mesi dell'anno dicono che è utilizzata in media da 1,9 milioni di persone. Il satellite ha il maggior peso, 1,2 milioni, ma in 410mila seguono reti Mediaset, in 310mila la Rai, che segue da presso Fox con 333mila visioni in differita delle proprie fiction. Il passo successivo sarà rappresentato dall'arrivo in Italia di Netfix, da pochi giorni operativo in Uk, e di eventuali altre offerte consorziate che combinino tv e Internet.
La cosa più interessante dell’affermazione della TV in my time è certamente dal punto di vista del advertising che ha invece sempre basato i suoi listini non tanto sulla programmazione in sé, bensì sulla fascia oraria in cui veniva fatto un certo programma; venendo a mancare per una grossa fascia di utenza un palinsesto orario sono a questo punto molto curioso di capire su quali logiche di pricing si baserà il costo del advertising nella TV on demand – My time.  

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Travel Agent Academy - La storia

Conoscevo già molto bene il Sig.Naar lavorandoci a stretto contatto nel GDL (gruppo di lavoro) ASTOI (Associazione tour operator italiani) sulle tecnologie, quando nel luglio 2007 mi chiamò Maurizio Casabianca (direttore commerciale NAAR tour operator)per un incontro di brain storming relativo alle possibili attività e sinergie tra Aviomar e Naar, conoscendo anche lui da molti anni mi sembrò da subito una splendida opportunità.  

Durante questo incontro ipotizzammo diverse attività, ma quella di cui ci innamorammo immediatamente entrambi fu il Travel Agent Academy. Un po’ convention ed un po’ academy … non è altro che un week end completamente dedicato alla formazione ed informazione relativa ai nostri marchi.
Probabilmente per il fatto che si svolse al Corte dei Tusci (villaggio di proprietà Aviomar) in occasione della prima edizione fu definita l’acquisizione di Aviomar da parte di Naar tour operator.
Negli anni hanno partecipato come partner network di agenzie (ad es. Travel Company e g40), Compagnie di crociere e di navigazione (ad es. Royal Carribean,  Moby e Corsica-Sardinia Ferries), enti del turismo (ad es. Bahamas, Malesia e Massachussets) e catene alberghiere (ad es. Baja Hotel, Arbatax Park).
  

C’è stata quest’ anno l’ottava edizione, più di un migliaio di agenzie hanno partecipato attivamente in queste otto edizioni  a queste manifestazioni.   I fatti più stimolanti sono :
·         sono super apprezzate dagli agenti ,  
·         danno un’importante visibilità al Corte dei Tusci in termini di trade leisure e eventi
·         ne scrivono sempre molti giornali sia trade che quotidiani locali (toscani) 



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Il 30% popolazione mondiale è in rete

I numeri sono di rilievo: 2,1 miliardi di individui formano la "popolazione online" per un totale di 35 miliardi di ore mensili passate a navigare. La popolazione connessa è il 30% di quella mondiale, il continente con lo share più alto tra popolazione connessa e la popolazione totale è il Nord America con il 78,9% (272 milioni di persone), in coda il continente africano con l'11,6% (pari a 120 milioni di persone). Dato particolarmente interessante è quello legato all'Asia che, con il 22,14% della popolazione connessa alla Rete, supera i 900 milioni di persone. Nel Vecchio Continente è connesso il 64,5% della popolazione, ovvero 476 milioni di persone.
Il 22% dei minuti spesi in Rete vengono, in media, dedicati alle reti sociali, il 21% alle ricerche e il 20% alla lettura di contenuti. Alla comunicazione (email comprese) vengono dedicati 19%, 13% vengono impiegati per la consultazione o l'ascolto di contenuti multimediali e solo il 5% allo shopping online.
Le attività più gettonate sono la lettura delle email e l'uso dei motori di ricerca (92% delle persone), la consultazione di siti inerenti alla salute e agli hobbies si contendono, ex aequo, 83% naviganti e sono ormai l'82% degli utenti quelli che fanno ricerche di carattere geografico e topografico. Tre persone su quattro usano internet per leggere le news.
Google, con oltre 153 milioni di visitatori unici per mese è il sito più consultato, seguito da Facebook con 137 milioni e da Yahoo!, cliccato da 130 milioni di persone. La classifica cambia tenendo conto però del tempo medio: il principe dei motori di ricerca è terzo con 1 ora e 47 minuti, superato da Yahoo! (2 ore 12 minuti) entrambi ovviamente surclassati da Facebook sul quale ogni utente spende, in media, 7 ore e 45 minuti al mese. Su YouTube, vengono caricate 60 ore di video, sono i cinesi a dedicare il maggior numero di ore allo shopping online (oltre 5 alla settimana) e, nell'ambito delle reti sociali i più attivi sono i brasiliani i quali, in media, hanno 481 tra "amici" e contatti. Fanalino di coda gli introversi giapponesi, con 29 contatti in media a testa. Ogni giorno Facebook gode di 800 milioni di aggiornamenti di stato e, dulcis in fundo, il 56% degli utenti di social network dice di avere spiato, almeno una volta, le attività del partner.
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La maggior parte dei fan delle aziende sono falsi

Io ne ho già parlato in un post "Bot e Ultrabot", il mercato nero nei social network non solo è una realtà ma sfalsa in maniera concreta, visibilità e posizionamento di marchi, manager, comunicatori e candidati politici. Marco Camisani Camillari ne ha fatto una crociata ed è uscito recentemente su alcuni giornali e media (corriere.it)  con una denuncia contro questo fenomeno che mina non solo la visibilità di questi contraffattori, ma il valore effettivo dei social network stessi sia in termini di valore sia in termini di coinvolgimento del utenza.

«L'80% dei fan e dei follower delle aziende italiane è finto». A sentenziarlo è Marco Camisani Calzolari, imprenditore e professore di Comunicazione aziendale e Linguaggi Digitali allo Iulm, che ha puntato il dito contro l'acquisto di pacchetti di seguaci 2.0. Calzolari si è speso in questo caso in maniera autonoma per (ri)accendere i riflettori sul fenomeno del doping della notorietà sui social network.

«Ho pagato - racconta - 20 dollari per ottenere 50mila follower su Twitter e 30 dollari per avere 6mila like sulla mia pagina Facebook». Numeri che fanno comodo ai grandi marchi, a piccole realtà che tentano di emergere, a uomini politici alla ricerca di consensi o, semplicemente, a singoli internauti interessati a pompare il proprio ego digitale. All'interno dei pacchetti di proseliti, spiega Calzolari, ci sono due categorie di utenti: «Quelli finti, creati da un bot (programma che genera automaticamente profili falsi, ndr), e quelli veri e iscritti a portali che propongono l'affiliazione come moneta di scambio». Su www.Letusfollow.com e www.Growfollowers.com, parliamo del secondo caso, chi mette a disposizione il suo profilo può acquisire punti utili a loro volta alla conquista di un seguito degno di nota.
www.Seoclerks.com è invece il punto di riferimento per chi vuole comprare secchiate di identità inesistenti. E non finisce qui, il portale offre anche link falsi per aumentare l'indicizzazione dei siti e sforna in maniera automatica articoli su un determinato argomento. Basta chiedere e, ovviamente, pagare. Si tratta, secondo Calzolari, di «un mercato nero» che altera il valore delle sponsorizzazioni e della comunicazione in Rete: «Molte web agency agiscono in questo modo e tutti comprano i fan».

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sabato 19 maggio 2012

L'esperienza multicanale di marca


La rivoluzione digitale ha aumentato esponenzialmente i “brand touchpoint” (momenti di contatto azienda – consumatore) creando i presupposti un’esperienza multicanale (sito, social network, call center, email, modulistica, personale, eventi / PR, pubblicazioni, prodotti/ servizi, advertising, punti vendita, blog, assistenza e CRM … ecc)  di marca. 

Questo processo di multi canalizzazione ha determinato :
-       o    una perdita di controllo da parte delle aziende in favore del consumatore che oggi tende invece a trasformare, adattare e condividere i messaggi un tempo invece monopolizzati dal brand manager.
        o    Nascita di nuovi modelli di gestione del brand basati sulla co-creazione tra brand manager, azienda e consumatore
        o    Il bene, prodotto e servizio che sia non ha più il monopolio del interessa passato invece generalmente al consumatore ed al suo percepito condiviso.
Il consumatore è quindi diventato un consum-attore, coinvolto nel processo co-creativo della marca; l’audience un tempo passiva è diventata proattiva nel caso degli influencer; il messaggio coinvolgente del vecchio advertising è sempre più un messaggio rpofilato e utile per il singolo consumatore e fatto significativa quello che era il tempo della massa contro ogni logica di palinsesto è sempre di più un “my time” in cui il singolo ha l’opportunità, il tempo e la concentrazione di ascoltare il messaggio che realmente lo interessa.
L’obiettivo strategico non è più quindi soltanto convincere il cliente ad acquistare un servizio o un prodotto offerto, ma collaborare con lui per la creazione della risposta – marca desiderata.

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