Il primo indizio è
arrivato da rumors americani che hanno insinuato che un motore di ricerca
potrebbe mettere ordine tra le attività degli utenti e che ciò sarebbe
funzionale a far crescere gli utili di facebook in termini pubblicitari. Il secondo
indizio è che sono ormai alcuni
mesi che Facebook (Bot-shares) ha
iniziato a raccogliere una straordinaria quantità di informazioni dai siti che
scandaglia, e i bot servono ai motori di ricerca per scansire, mappare,
analizzare ed archiviare le pagine di un sito web.
«Qualcuno mi
consiglia un libro?» è una domanda abbastanza frequente tra gli status su
Facebook. Un film, le vacanze per l'estate o il locale per il sabato sera. Il
social network rende più semplice il meccanismo più antico del mondo: chiedere
un consiglio alle persone che conosciamo, le persone di cui proprio perché ne
consociamo gusti e affinità elettive ci fidiamo maggiormente.
La verità è che
facebook ha lanciato graph search. In sostanza una risposta organica a questo
genere di domande. Un motore di ricerca che indaga le attività fatte dagli
utenti all'interno del social network oppure sui siti che Facebook ha
abbracciato da quando, con Open Graph, è uscito dai suoi confini con i tasti
like.
Facebook nasce da
una diversa visione rispetto a Google: il web della ricerca via algoritmo
contro il web sociale fatto da amici, interessi, informazioni di significato.
L'arrivo di un motore di ricerca interno non è una rivoluzione ma piuttosto un'evoluzione
della natura di Facebook. Metterà ordine nel flusso un po' confuso di status,
foto, like e apps all'interno della bacheca per un uso on demand. Per ogni
domanda, arriveranno risposte a partire dai nostri amici e poi, per livelli di
privacy impostati in precedenza, gli amici dei nostri amici. Il suo obiettivo è
tenere al suo interno gli utenti il più possibile, aumentandone con
sequenzialmente l’audience che ricordiamo on line è sempre misurabile o forse
banalizzando, la sfida tra Google e Facebook è quella di essere scelti dagli
utenti come pagina iniziale del proprio browser, o più concretamente l’obiettivo
trattenere gli utenti con nuovi servizi e ingolosire in questo modo il mercato
pubblicitario, per ora dominato da Google. Per dare un'idea delle proporzioni,
nel terzo trimestre 2012 il motore di ricerca ha registrato ricavi per 14,10
miliardi di dollari mentre nello stesso il giro d'affari di Facebook è stato di
1,26 miliardi di dollari (1,09 provenienti dalla pubblicità). Con il
miglioramento delle funzioni di ricerca Facebook può ricalcare il modello
Adwords di Google con i risultati sponsorizzati.
Cambia il modo di
immaginare la ricerca: gli utenti sono in grado di porre domande non soltanto
per parole chiave, ma in modo più articolato. A orientare
l'esplorazione possono essere anche gli interessi. Ad esempio, la "musica
che piace ai miei amici", "le nazioni dove sono stati i miei
amici", oppure "trovare persone che hanno espresso una preferenza per
Obama, Monti o Berlusconi”, o domande ancora più complicate e specifiche come “la
musica che piace alle persone che sono musicisti o deejay". Generalizzando
graph search crea immense possibilità combinatorie che possono essere raffinate
attraverso un pannello dove selezionare gli elementi in modo da filtrare i
risultati desiderati.
Un'anteprima di Graph Search è
accessibile da qui (https://www.facebook.com/about/graphsearch):
avrà una barra in alto visibile in ogni pagina, dove gli utenti potranno
restringere il campo di ricerca in modo progressivo. E’ solo l’inizio ma lascia
intravedere una complessa intelligenza artificiale. Può contare sul social
network su cui poggia il grafo sociale costruito dai suoi iscritti che è il più
grande mai esistito.
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