mercoledì 14 dicembre 2011

Turismo online : non è un affare made in Italy

Il turismo on line è un business, ma per le aziende straniere, e l’Italia, continua a perdere PIL che esso genererebbe se realizzato made in Italy.

Posizione
Sito internet
Voti (in %)
1
expedia.it
12,0%
2
ryanair.com
8,5%
3
lastminute.com
7,5%
4
booking.com
6,9%
5
edreams.it
5,1%
6
tripadvisor.it
4,0%
7
volagratis.com
3,5%

 Analizzando la classifica dei siti ecommerce di servizi turistici bisogna arrivare alla settima posizione per trovare una matrice italiana, anche se cono sede in svizzera. Risulta invece evidente che in Italia le Olta (on line travel agency) hanno tyrovato una terra vergine e che si è probabilmente perso troppo tempo nel dibattito tra operatori di settore sulle modalità di distribuzione, multicanale si o multicanale no. L’analisi è infatti impietosa, dagli ultimi dati risulta che  18,4 miliardi è il valore del ns. turismo in totale , di esso il 17% - pari a 4,2 miliardi – viene intermediato dal web ed il 17% - pari a 4 miliardi  - quello intermediato tramite gli operatori tradizionali.

Il problema è che l’Italia, da un lato lenta nel adozionedelle nuove tecnologie ma soprattutto incapace a superare settorialmente le incopatibilità commerciali derivanti dalla multicanalità si è fatta portare via market share dalle aziende straniere. Le Olta  vedendo ancora un potenziale da sviluppare sono venute a prendersi le quote di mercato italiane. Cina, Perù e Italia sono considerati i bacini di clientela strategici prechè ancora lontani dal tasso di penetrazione dell’online. (sfiora solo il 20%) definito saturo come la media europe, pari al 35%.
Una nota di merito va ad Alpitour che non solo è entrata sul mercato on line, che con la formula 10 + 90 che risolve i limiti delle carte di credito se da un lato in base ai risultati di fatturato e posizionamento difficilmente può dirsi soddisfatta ha dimostrato di avere  studiato limiti e  criticità.  

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