Il libro elettronico, appena nato, si è già ammalato, colpito dal virus della pirateria informatica. Le cifre, fornite per la prima volta dall'Associazione Italiana Editori (Aie), sono impressionanti. Dai dati emerge che in Italia, su 19 mila ebook, ben 15 mila sono disponibili nella versione pirata. Non solo. In base all'ultima classifica Ibs.it, dei 25 titoli più venduti della scorsa settimana, 17 sono disponibili in formato elettronico e 19 sono, come si dice, taroccati.
Il quadro generale. In campo professionale e scientifico, il libro elettronico circola da anni, ma è la diffusione degli ereader tipo Kindle e dei tablet tipo iPad che apre la strada al grande pubblico. Quei 19 mila ebook rappresentano il 36 per cento dei titoli pubblicati nel 2011. In termini di valore però parliamo di cifre ancora piccolissime.
Il mercato digitale, dicono gli editori, si può sviluppare soltanto se possiamo vendere i nostri contenuti sui nuovi mezzi, se la pirateria non sarà arginata, verrà meno l'interesse a investire risorse; e sostengono gli editori ci rimetteranno anche i lettori.
Nel frattempo si attende a ore anche il pronunciamento dell'Authority delle Comunicazioni (Agcom) che, dopo una lunga consultazione pubblica, dovrebbe fissare sanzioni economiche e amministrative contro i ladri di copyright. Nelle intenzioni le misure dovrebbero assicurare una più efficace tutela del diritto d'autore. Ci sarà, anche qui, il dietro front?
Il problema è complesso e nessuno ha in tasca la soluzione per coniugare le ragioni del diritto d'autore con la logica dell'economia della Rete. La pirateria non è composta solo da «smanettoni», che si scambiano file attraverso meccanismi di peer to peer, ma, sempre più, da organizzazioni multinazionali accusate di comportamenti criminali come, in America, Megaupload (50 milioni di utenti giornalieri), che ha procurato al suo fondatore guadagni per 175 milioni di dollari e ai titolari di copyright perdite per 500 milioni.
L'industria del libro è in condizioni simili a quelle in cui si trovava l'industria della musica anni fa. I supporti come Kindle e iPad possono aiutare il libro, in prospettiva, ma al momento la diffusione riguarda più i supporti che non i contenuti, e l'acquisto di libri elettronici procede a ritmo ben più lento di quello dei gadget.
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