Dal
primo marzo, Google cambierà le proprie regole nella gestione dei dati dei
propri utenti, l'unificazione dei diversi profili compilati per i singoli
servizi del motore di ricerca permetterà anche agli iscritti di semplificarne
l'uso. Si potrà passare con maggiore disinvoltura dall'uno all'altro, e
sfruttarli in modo più personalizzato. E tuttavia, la concentrazione di
informazioni che Google è ed a maggior ragione sarà in grado di assemblare su
di voi è ora ancora più evidente.
In
verità, non fa male ricordarsi quali e quanti dati disseminiamo nel web con la
semplice navigazione. Esistono strumenti specifici nei browser, come i cookie o
i cosiddetti web beacon, che si occupano di tracciare e comunicare tutti i siti
che visitate, da dove lo fate e persino con quale pc, ma anche se mettete
questi fuori uso, il software con cui navigate continuerà a sapere.
Non è
detto, è probabilmente soggettivo, che comunicare molto di sé, online, sia un
male. I dati personali sono la principale moneta con cui si scambiano servizi e
informazioni sul web. Potenzialmente, Google o chi per esso, è in grado di
proporvi offerte sempre più specializzate. Se il motore di ricerca conosce le
vostre preferenze e i vostri amici su Google+ sarà forse in grado, un giorno,
di suggerirvi che regalo di compleanno fare a qualcuno nelle vostre “cerchie”.
Come in parte già fanno siti di e-commerce come Amazon.
Per
non cadere nella paranoia e avere un quadro completo, un primo passo può essere
una visita ai link e ai servizi che consentono di visualizzare e gestire le
informazioni che condividete con Google. Alcuni di questi dati personali li
avete inseriti volontariamente, mentre altri sono raccolti dal motore di
ricerca.
Ricordo
alcuni dei servizi associati all'account Google: Gmail, Google Docs, YouTube,
Picasa, Blogger, AdSense, e, naturalmente, Google+. Dalla sala di controllo si
possono anche gestire i contatti, il calendario, la cronologia Web, l'account
di Google Voice, ed altri servizi e, già che ne parliamo, impostare le regole
della privacy. Forse per Voi ne
vale la pena.
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