In
Italia, la penetrazione degli smartphone, sempre più marcata e pari al 55%
(fonte Nielsen), e la diffusione del broadband mobile (64%, fonte Gsma), non
fanno ancora da reale traino all'evoluzione dei pagamenti elettronici.
Telecom
Italia, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia e PosteMobile hanno annunciato un
accordo per lo sviluppo di una piattaforma di Mobile payment basata su
tecnologia Nfc (Near field communication), al fine di garantire
l'interoperabilità delle soluzioni tecniche secondo gli standard Gsma,
l'associazione internazionale degli operatori mobili.
L'obiettivo
è la creazione di un sistema nazionale che permetta una diffusione dei servizi
di pagamento contactless tramite smartphone. I piani di sviluppo degli
operatori prevedono la realizzazione di un'architettura che possa semplificare
l'integrazione di un numero crescente di banche e istituti che emettono carte
di pagamento e permettere loro di offrire servizi sulla nuova piattaforma
mobile. La Sim degli operatori sarà il cardine del sistema.
Già
entro la fine del 2013, si prevede che circa l'80% degli smartphone sarà
equipaggiato con tecnologia Nfc, mentre il numero di negozi dotati di pos
abilitati al pagamento contactless sarà superiore a 150mila.
Il
recente Nfc & Mobile Money Summit, dedicato allo sviluppo delle
applicazioni legate alla tecnologia Nfc, ha però svelato che la strada da
percorrere è ancora molto lunga in Italia. Si
sconta una certa ritrosia culturale: prudenza o sospetto?
“Già
adesso c'è la massa critica sufficiente per condurre operazioni credibili per
esempio a Milano che è un bacino principale”, racconta l'Osservatorio NFC &
Mobile Payment del Politecnico di Milano. “La maggior parte degli smartphone
(non l'iPhone) vede già installata la tecnologia Nfc. I Pos contactless già
attivi sono circa 15mila ma sono almeno 10 volte di più quelli abilitati e
"dormienti", a cui manca il software”.
L'altro
lato della fiducia è rappresentato dagli esercenti. Siamo indietro e c'è
bisogno di far riconoscere il valore dell'Nfc. I grandi pensano già a come
introdurre il sistema. La
grande distribuzione, ad esempio, deve ancora comprenderne l'utilità, oltre al pagamento in sé, ci sono molte altre applicazioni che potrebbero dar valore
al Nfc: il self-scanning, le informazioni approfondite sui prodotti, il tema
del couponing, dell'offerta speciale e della fedeltà. Quel che è certo che è
tutto parte di un processo più ampio, che include anche la formazione degli
addetti.
I
clienti? I consumatori hanno una conoscenza limitata del mondo Nfc. Non
mancano le dimostrazioni di apertura né la disponibilità di massa, ma i modi di
sperimentare. Sono probabilmente gli esercenti che devono dare importanza e creare
l'interesse delle telco. In
attesa che la svolta si compia e si riempia il fossato culturale, si fanno
accordi e si affacciano decine di
soluzioni, dal QRCode ai device di lettura delle carte.
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