venerdì 28 dicembre 2012

NFC (near field comunication) : penetrazione difficile in Italia


In Italia, la penetrazione degli smartphone, sempre più marcata e pari al 55% (fonte Nielsen), e la diffusione del broadband mobile (64%, fonte Gsma), non fanno ancora da reale traino all'evoluzione dei pagamenti elettronici.

Telecom Italia, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia e PosteMobile hanno annunciato un accordo per lo sviluppo di una piattaforma di Mobile payment basata su tecnologia Nfc (Near field communication), al fine di garantire l'interoperabilità delle soluzioni tecniche secondo gli standard Gsma, l'associazione internazionale degli operatori mobili.
L'obiettivo è la creazione di un sistema nazionale che permetta una diffusione dei servizi di pagamento contactless tramite smartphone. I piani di sviluppo degli operatori prevedono la realizzazione di un'architettura che possa semplificare l'integrazione di un numero crescente di banche e istituti che emettono carte di pagamento e permettere loro di offrire servizi sulla nuova piattaforma mobile. La Sim degli operatori sarà il cardine del sistema.
Già entro la fine del 2013, si prevede che circa l'80% degli smartphone sarà equipaggiato con tecnologia Nfc, mentre il numero di negozi dotati di pos abilitati al pagamento contactless sarà superiore a 150mila.

Il recente Nfc & Mobile Money Summit, dedicato allo sviluppo delle applicazioni legate alla tecnologia Nfc, ha però svelato che la strada da percorrere è ancora molto lunga in Italia. Si sconta una certa ritrosia culturale: prudenza o sospetto?
“Già adesso c'è la massa critica sufficiente per condurre operazioni credibili per esempio a Milano che è un bacino principale”, racconta l'Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano. “La maggior parte degli smartphone (non l'iPhone) vede già installata la tecnologia Nfc. I Pos contactless già attivi sono circa 15mila ma sono almeno 10 volte di più quelli abilitati e "dormienti", a cui manca il software”.

L'altro lato della fiducia è rappresentato dagli esercenti. Siamo indietro e c'è bisogno di far riconoscere il valore dell'Nfc. I grandi pensano già a come introdurre il sistema. La grande distribuzione, ad esempio, deve ancora comprenderne l'utilità, oltre al pagamento in sé, ci sono molte altre applicazioni che potrebbero dar valore al Nfc: il self-scanning, le informazioni approfondite sui prodotti, il tema del couponing, dell'offerta speciale e della fedeltà. Quel che è certo che è tutto parte di un processo più ampio, che include anche la formazione degli addetti.
I clienti? I consumatori hanno una conoscenza limitata del mondo Nfc. Non mancano le dimostrazioni di apertura né la disponibilità di massa, ma i modi di sperimentare. Sono probabilmente gli esercenti che devono dare importanza e creare l'interesse delle telco. In attesa che la svolta si compia e si riempia il fossato culturale, si fanno accordi e si affacciano decine di soluzioni, dal QRCode ai device di lettura delle carte. 
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