martedì 29 ottobre 2013

Guerrilla Marketing : linea super veloce Milano - Tokyo

Sei in Metropolitana a Milano, ti appresti a scendere a Moscova e invece scendi a Shibuya - Tokyo … Fastweb per pubblicizzare la sua linea internet ad alta velocità, sfrutta il parallelismo con la velocità di spostamento in Metropolitana. 

Il successo di questa campagna di guerrilla marketing è stato incredibile. 
I milanesi, inizialmente sconvolti del loro arrivo a sorpresa a Tokyo nel quartiere di Shibuya, sono rimasti entusiasti di questa trovata pubblicitaria.






lunedì 28 ottobre 2013

Ecommerce : Europa supera Usa


IL RAPPORTO. I dati dell'European B2C e.commerce 2013, stilato dalla commissione Ecommerce Europe/Netcomm fanno emergere una particolarità. Nel 2012 il business nel Vecchio continente supera quello degli Usa sfiorando quota 312 miliardi di euro
Chi commercia di più via web tra Europa e America? A sorpresa, da poco, è il Vecchio continente che supera gli Usa nel business elettronico. Un sorpasso storico, visto che gli Stati Uniti hanno sempre giocato in casa con i pagamenti on line fin dalle dot.com di fine anni Novanta. IL FATTURATO europeo nell'e-commerce ha sfiorato, l'anno scorso, i 312 miliardi di euro, in crescita del 19% in dodici mesi contro i 294 miliardi realizzati dal Nord America. Parliamo del B2C (Business to consumer), quello in cui il protagonista è l'utente finale: l'obiettivo, quindi, è concentrato sui pagamenti effettuati con il computer domestico o in mobilità con tablet e smartphone. A renderlo noto sono i dati del rapporto European B2C e.commerce 2013, stilato dalla commissione Ecommerce Europe/Netcomm.


I dati di riferimento riguardano lo scorso esercizio e sono forniti dai Paesi membri. Su 529 milioni di residenti in Europa, circa la metà (250 milioni) si può definire eshopper, cioè utenti che comprano online beni e servizi, con una spesa media pro capite di 1.243 euro annui. Segnali incoraggianti sono emersi anche dal Belpaese dove si contano ormai 38 milioni di cybernaviganti: di questi gli utenti che passano dal web per acquisti sono già 12 milioni con una spesa media annua di 830 euro. Dall'analisi è emerso che a dominare le vendite online, con una quota del 61% del totale, sono soltanto tre Paesi. Il Regno Unito con 96 miliardi di euro, la Germania (50 miliardi) e la Francia (45 miliardi) per un valore complessivo di 191 miliardi. L'Italia si è piazzata in ottava posizione con 9,6 miliardi, in crescita di ben il 30% sul 2011. Interessante osservare che la maggioranza degli italiani, oltre il 73%, utilizza pagamenti con carta di credito. Segno che sta svanendo la diffidenza che ne limitava l'uso sul web. NEL PERIODO di riferimento a farsi notare sono anche le nazioni europee dell'area orientale, in testa la Russia: da sola ha mostrato la crescita impressionante del 37%, raggiungendo un fatturato pari a 10,3 miliardi. Ma a tenere banco rimane l'area Nord del Vecchio continente. I Paesi scandinavi, in particolare Olanda e Norvegia, hanno un vantaggio competitivo dovuto all'alta penetrazione di internet (ben oltre il 90% della popolazione) e al fatto che gli «eshopper» rappresentano il 70% dei residenti. Per questi ultimi rimane fondamentale disporre di connessioni in banda larga. Un punto dolente per il Belpaese, dove il wi-fi procede a macchia di leopardo e i nuovi servizi Lte, quelli del 4G, vanno a rilento.
Fonte : www.Bresciaoggi.it

lunedì 21 ottobre 2013

Ecommerce, il 74% degli Italiani ha comprato on line un servizio turistico

Il Turismo è il settore in cui ecommerce si è affermato per primo e dove da più anni si sono registrati i consolidati più importanti, ancora nel 2012 Etourism rappresentava il 54% del transato italiano (ecommerce … ma cresce ancora anche in Italia e segna un boom senza precedenti, con oltre il 74% degli italiani che ha fatto almeno un acquisto di prodotti e servizi per il turismo e i viaggi.
È quanto emerge da uno studio della società di marketing Webloyalty che, oltre al nostro Paese, ha coinvolto tutti i partner europei. “Gli utenti si rivolgono sempre più ai canali digitali per la ricerca del luogo in cui trascorrere le proprie vacanze, con punte dell’ 80% in gran Bretagna, a discapito del contatto diretto con un agente di viaggio”, si legge nel commento alla nota.
eturism
L’Italia si trova nelle posizioni di testa della classifica, con quasi 8 utenti su dieci che hanno indirizzato i propri acquisti verso il settore turistico, dei viaggi e dei soggiorni.
Un dato che sottolinea quanto i canali social e mobile possono aprire nuove strade al marketing turistico e all’industria del settore, offrendo un’esperienza online più qualificante all’utente.
Fonte : http://www.key4biz.it/ - Pierluigi Barberio

Tortellacci, sito dedicato alla pasta

E’ nato in questi giorni il portale Ecommerce “i Tortellacci” per la vendita online di pasta ed altri prodotti alimentari da agricoltura biologica. “I tortellacci” è un marchio registrato di La Spiga Italia, storica azienda del settore alimentare dell’Oltrepò Pavese. Attualmente i prodotti acquistabili direttamente sul sito web sono pasta secca e pasta fresca.
paste
Nei prossimi mesi sarà possibile acquistare anche i sughi e i prodotti pronti a base di pasta (lasagne al forno, gnocchi alla romana, cannelloni, ecc.) realizzati da La Spiga Italia. Tutti i prodotti sono certificati Bioagricert srl, ente di controllo per l’agricoltura biologica.

Ecommerce va di moda

Anche se non si può annoverare tra i più avanzati a livello mondiale, il commercio elettronico in Italia inizia ad acquistare una dimensione importante e, questa sì caratteristica molto italiana, un ruolo importante è ricoperto dal settore della moda. Sono infatti 13,2 milioni gli italiani che hanno scelto l’online per i propri acquisti nell’ultimo trimestre, con una stima di oltre un miliardo di euro spesi con cadenza mensile nel corso del 2013. I dati risultano dall’ultima indagine condotta da Human Highway per Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano e presentata nel corso del Digital Fashion.
Gli eShopper si dividono in due ampie categorie: 5,1 milioni sono acquirenti sporadici, mentre 8,1 milioni sono acquirenti abituali con tre o più beni comprati negli ultimi tre mesi. Gli sporadici hanno al loro attivo uno o due acquisti nel trimestre, hanno effettuato complessivamente 6,5 milioni di acquisti (il 14% del totale), con uno scontrino medio di 100 euro e hanno generato 680 milioni di euro nel trimestre (16% del totale). Gli abituali (8,1 milioni) hanno realizzato tre o più acquisti nel trimestre, hanno compiuto 40,1 milioni di acquisti, con uno Scontrino medio 90 euro e hanno generato 3.540 milioni di euro nel trimestre.
Proprio questi ultimi – gli acquirenti online abituali – guidano la crescita dell’ecommerce nel nostro Paese, generando l’86% del valore totale delle transazioni. In particolare, nell’approfondimento dedicato agli acquisti online di prodotti “fashion” i consumatori che hanno comprato un prodotto di moda almeno una volta nella vita sono cresciuti di 1 milione di unità (1,1 milioni) nell’ultimo anno, arrivando a sfiorare quota 9 milioni di individui, con un incremento del 14,5% rispetto all’ottobre 2012.
shopping
Inoltre, nei primi 8 mesi del 2013 gli acquisti online di prodotti di abbigliamento hanno generato transazioni per un valore superiore del 25,5% rispetto allo stesso periodo del 2012 (secondo i dati dell’Osservatorio CartaSì).
Aumenta quindi, e con una progressione significativa, (oltre 1 milione di consumatori in un anno) la schiera degli eFashionShopper, raggiungendo quasi i 9 milioni di individui. Sondando più in profondità i comportamenti di chi ha fatto esperienza sia della modalità di acquisto online nella moda (web o via mobile/app) sia di acquisto in negozio tradizionale, emerge come si preferisca comprare sulla Rete perché il catalogo è più ampio, per una maggiore convenienza e perché si trova sempre quel che si cerca.
Sul canale tradizionale si cerca ancora assistenza e servizio al cliente, a dimostrazione di come proprio nell’integrazione multicanale i brand del fashion possano trovare la vera ricetta per competere. Anche la maggior percentuale di acquisti da mobile in questo specifico segmento (il 18% delle transazioni rispetto al 10,0 nelle altre merceologie) è fortemente collegata alla tipologia di prodotti e influenzata dalle vendite flash.
Se poi si osserva il fenomeno ecommerce in modo più ampio e allargato va sottolineato come la platea degli acquirenti online che si può definire abituali sia sempre più ampia e fidelizzata. Si parla di oltre 8 milioni di italiani che effettuano tre o più acquisti nel giro di tre mesi e che, di fatto, sostengono la crescita dell’ecommerce nel Paese, generando l’86% del valore totale delle transazioni.
Lo score di soddisfazione assegnato dagli acquirenti online di abbigliamento è leggermente superiore allo score di soddisfazione medio: 8,5 tra gli acquirenti di abbigliamento online contro l’8,3 medio.

Oltremare - Caleidoscopio cresce con Travelab


martedì 15 ottobre 2013

Top Social TV

Nel mese di settembre Blogmeter ha analizzato quasi 2 milioni di interazioni su circa 150 pagine Facebook e oltre 150 mila interazioni su più 100 profili Twitter di canali e programmi TV Italiani.

Da questa fotografia si evince principalmente che il mondo della televisione e il mondo dei social sono strettamente collegati, che l’utenza televisiva è sempre più multitasking e innegabilmente che il fatto che un utente utilizzi i social network non è per forza sinonimo di intelligenza … anzi in base ai primi programmi primi classificati lascio a Voi le dovute conclusioni in proposito …


Video Viral per WWF - Orso in casa

Cosa succederebbe se i bambini venissero coinvolti nel processo creativo di un’agenzia di pubblicità? La risposta la fornisce Pets4Pets Project, la pubblicità del WWF pensata dai bambini, per far pensare i grandi che Leo Burnette il WWF Italia in collaborazione con la Scuola Elementare Giusti di Milano hanno presentato oggi a Milano al TOI – Theater of Imagination,  perché ‘la creatività è la capacità di vedere il mondo con gli occhi di un bambino’. 



Il progetto ha visto coinvolti, nello scorso anno scolastico, più di 80 bambini delle classi di V elementare, gli insegnanti  e numerosi professionisti della comunicazione della Leo Burnett, la nota agenzia di comunicazione americana presente in Itala dal 1966 : creativi, case di produzione, fotografi, illustratori, e registi che hanno gratuitamente contribuito alla realizzazione di 2 spot televisivi, 4 comunicati radio, 8 annunci stampa pensati dai bambini per sensibilizzare il pubblico sui grandi temi ambientali, le specie a rischio, i cambiamenti climatici, che da oggi aiuteranno il WWF a portare avanti la propria azione per la tutela della natura e un futuro più sostenibile.



lunedì 14 ottobre 2013

New York, la più ricercata on line dagli Italiani


New york city
Come ogni anno, nel secondo lunedì del mese di ottobre, si tiene in America il Columbus Day, manifestazione dedicata alla commemorazione dell’arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo il 12 ottobre 1492.
Per questa occasione l’Osservatorio del più grande motore di ricerca prezzi hotel al mondo, ha analizzato le ricerche on-line verso gli Stati Uniti da parte degli utenti europei in viaggio durante l’estate appena passata.
Dall’analisi è emerso che, nel periodo da gennaio a luglio 2013, New York è stata la meta più ricercata dagli Italiani, con il 13% di presenze sul totale, incoronandola così città americana più amata dai connazionali. La bandiera tricolore sventola alta anche a Miami Beach (13%), Boston (12%), Washington ( 9%) e Chicago (9%), mentre interessa meno la “patria” di Walt Disney, Orlando, e Las Vegas.
I Tedeschi e gli Inglesi la fanno sicuramente da padroni nella ricerca on-line verso gli USA, “conquistando” 9 delle 12 destinazioni analizzate. Ben il 35% dei Tedeschi, infatti, ha indirizzato la propria ricerca on-line verso la “città degli eccessi”, Las Vegas, e San Francisco, mentre gli Inglesi regnano sovrani nelle ricerche su Orlando con il 54% di presenze. L’Osservatorio  ha infine registrato una discreta presenza di Francesi nelle città come Los Angeles, Las Vegas, Miami Beach e Orlando mentre gli Spagnoli hanno espresso la propria preferenza verso città come Chicago e New York.

La ripresa economica passa per Ecommerce

FMI (Fondo Monetario Internazionale) e il governo italiano concordano: il 2014, per l’Italia, segnerà il giro di boa e davanti al Pil tornerà il segno +. Cambiano solo le stime : per il Fondo Monetario Internazionale la crescita sarà dello 0,7%, per il governo dell’1%. Il 2013 dovrebbe essere l’ultimo anno a chiudersi in negativo: per l’FMI il Pil segnerà un -1,8%, per il governo il -1,7%. Ma qualche indizio della prossima crescita, a ben guardare, c’è già: lo evidenzia il rapporto previsionale delle dinamiche di spesa con carte di credito dell’Osservatorio Acquisti CartaSi.
Gli italiani, insomma, riprendono a spendere. E lo fanno (anche) tramite carta di credito: secondo il rapporto nel 2014 le spese  aumenteranno del 2,9%. Nel 2015, invece, la crescita sarà del 2,6%: in tutto si arriverà a superare il tetto di 81 miliardi di euro (contro i 76,3 di fine 2012). A guidare la ripresa sarà l’e-commerce, con una crescita pari al 13,9% nel 2014 e una dell’11,3% nel 2015 (per una spesa complessiva pari a 14 miliardi di euro). Le previsioni per l’anno in corso sono state riviste al rialzo: se qualche mese fa a CartaSi si aspettavano un +13,9%, ora stimano che l’anno in corso si concluderà con un 17,6%. “Da maggio ad agosto abbiamo avuto la conferma di crescite importanti nel settore. Anche per quanto riguarda la spesa turistica: il trend osservato durante le vacanze pasquali non era altrettanto incoraggiante”, ci spiega Francesco Pallavicino, responsabile analisi di mercato e posizionamento di CartaSi.
ripresa
Se l’e-commerce piace sempre di più agli italiani, però, è proprio perché consente di spendere meglio: “Basta fare un giretto in Rete per confrontare al volo diverse tipologie di offerta in modo trasparente e immediato, controllando pure i vantaggi dei prodotti rispetto al costo con pochi click”, sottolinea Pallavicino, spiegando perché gli acquisti via internet hanno prese piede. Senza dimenticare, poi, il fattore tecnologico: “Gli italiani hanno tagliato le spese in settori come l’abbigliamento o gli oggetti della casa, ma non rinunciano ai beni tecnologici”.

venerdì 11 ottobre 2013

Le imprese agricole toscane investono in Ecommerce e Social commerce

L’80% delle imprese agricole guidate da under 40 usa Facebook, il 60% ha un sito internet, la metà vorrebbe aprire uno store online per presentare servizi, vendere i propri prodotti e inviare la spesa direttamente a casa dell’acquirente. E’ quanto emerge da una recente indagine a campione condotta da Coldiretti Toscana  che fotografa la vivacità di un settore che si sta velocemente adeguando, anche grazie al progressivo cambio generazionale, alle nuove forme di comunicazione. Una campionatura che conferma, se pur a distanza temporale – fattore di non poco conto in un mondo dove tutto va molto più veloce e dove le tecnologie sono in continua evoluzione – il trend di raddoppio rilevato dall’ultimo censimento generale dell’agricoltura del 2010 e rispetto al censimento precedente datato 2000. Le aziende informatizzate sono (erano nel 2010!) 4.292 pari al 6% con una crescita superiore alla media nazionale che è del 3,8%. A dare un grande impulso al potenzialmente della “rete” nelle nostre campagne la presenza importante delle oltre 4mila strutture agrituristiche che confermano la regione Toscana al primo posto per l’accoglienza insieme alla centralità di un modello di gestione e marketing al passo con il consumatore-turista.
agricoltura
Secondo sempre l’indagine di Coldiretti una “fetta” delle aziende agricole anima anche i blog mentre la totalità degli imprenditori giovani, cresciuti con Windows e Mac, ha un account di posta elettronica. C’è poi una parte evoluta di casi che al pc ha già sostituito i ltablet concentrando su un unico supporto tutto quello di cui ha bisogno. Una rivoluzione “digitale” epocale – la definisce Coldiretti – che ad una ulteriore accelerazione nei prossimi anni. Coldiretti (info su http://www.toscana.coldiretti.it) stima che saranno, entro la fine del 2014, almeno 10mila le aziende agricole toscane “in rete” pari al 13% di quelle presenti.

giovedì 10 ottobre 2013

Consigli per un ecommerce sicuro

Le opportunità di risparmio offerte dal web attirano ogni giorno migliaia di utenti; attenzione però alla sicurezza degli acquisti effettuati con l’ecommerce.
Ogni giorno migliaia di utenti acquistano beni e servizi sul web, quasi sempre mediante utilizzo di una carta di pagamento. L’ecommerce nasconde tuttavia numerose insidie, come il rischio di essere truffati a rappresentare spesso più di una remota eventualità. Adottando alcuni piccoli accorgimenti è tuttavia possibile darsi all’acquisto virtuale senza temere truffe o ammanchi di danaro sui propri conti correnti: vediamo come.
Innanzitutto è bene sondare le varie piattaforme online alla ricerca dei portali più affidabili, in genere quelli che offrono la possibilità di restituire la merce acquistata, chiedere un rimborso e far valere la garanzia di legge. Individuato il prodotto da acquistare è poi bene utilizzare uno strumento di pagamento flessibile e sicuro, come la carta prepagata o un conto Paypal.
La prepagata non richiede infatti di aprire un conto corrente e non consente di andare “in rosso”, perché il titolare che deve di volta in volta ricaricarla per avere a disposizione liquidità da utilizzare (i costi di attivazione di questo tipo di carta sono tra l’altro estremamente ridotti).

Le piattaforme maggiormente sicure sono solitamente quelle connesse ai marchi. In linea generale è sempre bene affidarsi a siti che descrivano in modo chiaro prodotti, sistemi di pagamento utilizzati, meccanismi di restituzione della merce e modalità di richiesta di eventuali rimborsi.
Decidendo invece di affidarsi al mercato dell’usato, i rischi di andare incontro a frodi o situazioni ingannevoli si incrementano notevolmente (anche e soprattutto perché si tratta di un macrocosmo gestito da privati e non da aziende). Se si è soliti acquistare merce usata è sempre bene verificare che l’annuncio individuato non sia presente in luoghi diversi (in contemporanea ad esempio a Milano e Bari) e che il prezzo di vendita non sia eccessivamente ridotto, cosa che lo collocherebbe evidentemente fuori mercato.
È infine buona norma tentare di contattare l’offerente via telefono o email e non anticipare mai danaro o caparre per bloccare la merce altrimenti soggetta a rischio esaurimento (quasi sempre si tratta di un mezzo per estorcere denaro, e una volta inoltrato il pagamento il venditore si rende irreperibile).

Fotografia di un minuto di WEB


Manager con la faccia di un cane


martedì 8 ottobre 2013

Pmi, non c’è futuro senza Web sfruttare l’onda del made in Italy

C’ è una torrefazione napoletana che, insidiata dai caffè della grande distribuzione, al crollo delle vendite ha risposto con l’ecommerce e portando le sue miscele di qualità nei social network, aprendo un blog aziendale in cui si parla di caffè e medicina, arte, sport economia e ovviamente cucina. In sei anni la Caffè Carbonelli è passata dal rischio chiusura a decuplicare il fatturato e a quadruplicare la superficie della produzione, a fare il 70% dei ricavi sull’online mentre prima vendeva solo sul mercato locale, a raggiungere una quota di export del 20%.
caffè carbonelli
C’è un’altra azienda campana, il Pastificio Di Martino, zona di Gragnano, che ha creato uno spin off per l’online, Pastificio dei Campi, si è inventata la produzione di pasta in edizione limitata e con l’e-commerce, grazie anche a un blog aziendale in inglese, è arrivata a commercializzare il suo prodotto in 16 paesi, compresi Usa e Australia. Il fatturato è passato dai 4 milioni del 2011 ai 7 stimati per quest’anno.
murano
Oppure, al nord, YourMurano, sito online nato per commercializzare in Rete 800 prodotti di 16 vetrerie artigianali artistiche di Murano: in 18 mesi, grazie a una strategia mirata e costruita sulle AdWords di Google ha raggiunto un portafoglio clienti di oltre mille nominativi e effettuato 2500 spedizioni, incrementando il fatturato delle vetrerie del 30%. Il 95% delle vendite è all’estero. «Nessun paese come l’Italia può contare su un sistema manifatturiero e agroalimentare così amato e conosciuto in tutto il mondo, ma fino a ieri comprare italiano era un’opportunità per pochi.
Oggi Internet permette di raggiungere direttamente pressoché tutti i potenziali consumatori», è la considerazione di Fabio Vaccarono, country director di Google Italia. «Il gap italiano sul digitale è la chiave del rilancio della nostra economia – continua Vaccarono – Siamo gli unici in Europa a non crescere ancora, e non può essere un caso che la quota di economia digitale sul Pil sia in Italia di appena l’1,8% mentre in Gran Bretagna è cinque volte superiore. E se pensiamo al sorpasso della Spagna sullo spread, può non avere influenza sul maggiore dinamismo dell’economia iberica il fatto che la Spagna abbia una tasso di penetrazione di Internet sulle piccole imprese che è doppio del nostro: 34% loro, 17% noi?». Vaccarono a Capri, giovedì scorso al convegno di Between intitolato quest’anno a “Digital Italia” ha anche presentato i risultati di un’indagine che Google Italia ha commissionato alla Doxa. Se tra le medie imprese italiane almeno una su due intrattiene rapporto con l’estero, per le piccole imprese la percentuale è appena del 12. Solo il 13% delle Pmi ricerca direttamente su Internet controparti estere. Ma la digitalizzazione e quindi la contaminazione in vari gradi della cultura aziendale da parte di Internet, ha effetti fondamentali nella capacità delle aziende di avere relazioni internazionali e di esportare. E la differenza si vede soprattutto tra medie e piccole imprese. Tra le medie, più strutturate, con una tradizione di vocazione all’export già prima di questa crisi, ilfattore Internet è un acceleratore: il 35% delle medie imprese “non digitali”, secondo l’indagine Doxa, ha relazioni internazionali, mentre tra le “digitali avanzate” la quota arriva al 54%. E parallelamente la quota di chi esporta passa dal 74% dei non digitali all’87%. Dove invece l’impatto di Internet ha un peso incredibile è tra le piccole: qui le imprese “non digitali” con relazioni internazionali sono appena l’8%, meno di una su 10, quota che si quadruplica al 32% tra le “digitali avanzate”. Nella foto a lato, Fabio Vaccarono, country director di Google Italia Nei grafici, la crescita delle ricerche sul made in Italy impostate nei maggiori paesi esteri su Google.

lunedì 7 ottobre 2013

Ecommerce parola d'ordine per creare nuovi mercati


L’E-commerce da alcuni anni ha conquistato anche gli italiani: nel 2013, infatti, gli acquisti online sono risultati in crescita del 17%, per 11,2 miliardi di euro di fatturato stimato.
Questi i risultati di uno studio condotto dall’Osservatorio eCommerce B2C e realizzato da Netcomm in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano. Si tratta di un risultato molto incoraggiante per le imprese italiane che puntano sul web per trovare una via d’uscita dalla crisi e nuovi mercati a cui affacciarsi.
Gli italiani attivi online per fare shopping sono ben 14 milioni nonostante la diffidenza che ancora permane in larga parte della popolazione nei confronti dei sistemi di pagamento elettronici.
Il timore degli italiani è quello di non sapere se, dopo aver inserito i dati della propria carta di credito, il prodotto acquistato arrivi o meno a casa e in che condizioni.  Ma aumentano, dunque, coloro che amano fare shopping online e al web ci si rivolge soprattutto per acquisti nei settori di turismo (55%), abbigliamento (31 %), informatica(24%) e grocery (18%).
ecommerce 2
In Italia, le aziende che vendono online non sono ancora tantissime ma quelle che hanno intrapreso questa strada sono quelle che meglio stanno affrontando la crisi. E’ come se l’online rappresentasse per loro una luce in fondo al tunnel delle attuali difficoltà. Secondo una ricerca Google-Doxa, su dieci imprese italiane solo tre vendono tramite ecommerce, ma quelle che lo fanno stanno sconfiggendo la crisi, soprattutto grazie all’export internazionale. Dalla ricerca emerge che ‘le imprese italiane che hanno commercializzato i propri prodotti online oltre confine sono riuscite a compensare meglio la crisi o addirittura hanno ottenuto un incremento nel proprio fatturato. Al crescere del livello di maturità digitale, aumenta la percentuale di aziende che intrattengono rapporti internazionali di vario tipo e la percentuale di imprese che fanno export, con risultati molto promettenti per le imprese di minori dimensioni’. Maturità digitale ed export hanno un impatto diretto anche sul fatturato: le imprese digitalmente avanzate dichiarano, in media, che il 24% del fatturato derivante dall’export è realizzato proprio attraverso il canale digitale.

Consumer sempre più influenzato dal social commerce

I consumatori ormai usano sempre di più il social commerce per i loro acquisti e ciò permette ai brand di interagire con gli acquirenti per garantire loro un'esperienza d'acquisto su misura.
I marketers stanno scoprendo che il social commerce aiuta a superare alcune delle più grandi sfide del marketing ovvero ottenere la sensibilizzazione, l'influenza e la fiducia del consumatore.I consumatori infatti si fidano dei loro amici e dei commenti e delle opinioni pubblicate sui social media relative ai grandi marchi e aziende. Il social commerce e il comportamento di acquisto sono poi altamente correlati con le prestazioni SEO, ciò fa sì che una mirata strategia di marketing sui social media sia ancora più importante.

Fare una buona strategia marketing sui social richiede la confluenza di tre grandi mondi: i social media, lo shopping on-line e le applicazioni mobili. Il social commerce permette ai marketers di sfruttare i social media per influenzare il comportamento d'acquisto dei consumatori, il social commerce poi va al cuore di ciò che unisce le persone è il loro interesse comune che li lega.
E' importante in questo contesto l'aumento delle reti social come Facebook e Twitter, Facebook ha 1,15 miliardi di utenti mensili attivi e più di un milione di inserzionisti attivi, Twitter ha circa 200 milioni di utenti attivi che inviano 400 milioni di tweet ogni giorno, il 67 per cento degli utenti di Twitter poi sono più propensi ad acquistare i brand che seguono online. Pinterest ,con i suoi 70 milioni di utenti batte in realtà Facebook quando si tratta di e-commerce, il 41 per cento del flusso delle informazioni condivise su siti di vendita al dettaglio finisce su Pinterest, mentre Facebook ottiene solo il 37 per cento.

venerdì 4 ottobre 2013

Le aziende web oriented fanno più export

Le aziende più attive sul web esportano di più grazie all’e-commerce e il 39% del loro fatturato legato all’export deriva dalla commercializzazione online dei propri prodotti, come dimostra l’analisi realizzata da Google in collaborazione con Doxa Digital, che illustra il rapporto tra digitalizzazione ed export per le aziende italiane, con un focus sulle PMI. Nel 2012, il valore dell’e-commerce di prodotti e servizi a livello mondiale ha superato la soglia dei mille miliardi di dollari, con una crescita media del 21,1% rispetto al 2011. Nel 2013 si prevede che le vendite online cresceranno ulteriormente del 18,3%, raggiungendo la cifra di 1,298 trilioni di dollari. In Europa, il mercato e-commerce ha raggiunto nel 2012 un valore complessivo di oltre 305 miliardi di euro, con una crescita del 22% sul 2011 eMarketer, 2013. L’Italia fa registrare dati sensibilmente inferiori eppure in decisa crescita: solo nel 2012 i Web shopper italiani sono cresciuti del 30%, sfiorando la quota di 12 milioni di unità, circa il 40% degli utenti Internet del nostro Paese Dati Doxa per Osservatorio eCommerce b2c, 2012.
import export
Nel mondo delle imprese però il ritardo è ancora più evidente: solo tre PMI italiane su dieci si avvalgono del commercio elettronico come canale addizionale di vendita o di acquisto Istat, 2012. Export e digitalizzazione: un binomio vincente Secondo le analisi condotte da Doxa su più di 5.000 aziende di piccole e medie dimensioni, emerge chiaramente come le imprese italiane che hanno commercializzato i propri prodotti online oltre confine sono riuscite a compensare meglio la crisi o addirittura hanno ottenuto un incremento nel proprio fatturato. Al crescere del livello di maturità digitale, aumenta la percentuale di PMI che intrattengono rapporti internazionali di vario tipo, nonché la percentuale di imprese che fanno export, con risultati molto promettenti per le imprese di minori dimensioni. In particolare, la percentuale di piccole imprese che intrattengono relazioni con l’estero – grazie all’uso maturo di strumenti digitali – è quattro volte superiore alla percentuale di aziende non digitalizzate.
Al crescere del livello di maturità digitale, cresce anche la percentuale di aziende che esportano, passando dal 55% delle non digitali al 67% delle imprese avanzate da un punto di vista digitale. Non solo, maturità digitale ed export hanno un impatto diretto anche sul fatturato: le imprese digitalmente avanzate dichiarano – in media – che il 24% del fatturato derivante dall’export è realizzato proprio attraverso il canale digitale. Il trend di questo fenomeno trova un ulteriore conferma allargando il campo dell’indagine alle imprese di medie dimensioni: al crescere del livello di maturità digitale cresce la propensione all’internazionalizzazione e all’esportazione. Anche in questo caso, al crescere del livello di maturità digitale, cresce la percentuale di imprese che esportano, passando dal 74% delle non digitali, all’87% di quelle avanzate. Infine, la percentuale di fatturato derivante dall’export realizzata attraverso e-commerce è pari al 39%, segnale del potenziale insito nel web come canale incrementale per l’export.

Gap digitale Italia / Europa

I dati Eurostat restituiscono un’immagine inquietante del gap digitale che sta distinguendo l’Italia dagli altri Paesi europei: ben il 37% degli italiani non ha usato Internet del 2012, contro il 22% della media europea; solo il 33% interagisce con la Pubblica Amministrazione via Internet, e una percentuale ancora inferiore, l’11%, ha acquistato online negli ultimi tre mesi, un terzo della media europea (35%) e un sesto degli e-shopper inglesi, che raggiungono quasi il 65%.
Dai dati Netcomm ContactLab emerge, infatti che “gli ostacoli all’utilizzo dell’eCommerce sono soprattutto legati a una scarsa fiducia nei siti che offrono questo servizio. All’origine della diffidenza vi è il bisogno recondito di toccare la merce (40%), l’attaccamento al contate (31%), i timori verso il pagamento online (31%), e, in terza istanza, o il timore di non ricevere il prodotto (27%), ma anche la paura che il recesso sia complicato (26%)”.
Ma allo stesso tempo dai dati Netcomm HumanHighway emerge come il 91% degli acquirenti online dia al canale eCommerce un voto superiore a 7. Chi ha sperimentato il servizio offerto dall’eCommerce risulta quindi largamente soddisfatto dell’esperienza vissuta.
cultura digitale
“Ci troviamo quindi di fronte a un problema di natura soprattutto culturale: manca una formazione degli italiani all’utilizzo di Internet sia da un punto di vista personale che professionale” afferma Roberto Liscia, presidente Netcomm, che prosegue “da un lato, infatti, manca un’adeguata educazione a riconoscere i veri rischi presenti nella rete a usufruire di tutti i vantaggi garantiti dall’eCommerce a livello di sicurezza e di qualità del servizio; dall’altro lato non c’è un’adeguata formazione di figure professionali che possano sviluppare nuovi modelli di business multicanale in grado di integrare retail fisico e online.”

Caratteristiche di un buon carrello

Riportiamo cinque caratteristiche che un carrello di e-commerce deve avere per favorire la conversione delle visite.
  1. Multifunzione: il carrello deve guidare l’utente, ma anche offrirgli diverse possibilità, ad esempio modificare le quantità, rivedere la scheda prodotto, aggiungere prodotti simili o correllati.
  2. Pochi passaggi: l’aggiunta al carrello non deve essere macchinosa, ogni azione che si aggiunge è un’azione che potrebbe portare all’abbandono.
  3. Passi chiari e semplici: la sintesi è una gran dote, specialmente sul web. Bisogna spiegare le cose con poche parole, scritte chiaramente e in maniera semplice. Gli utenti non hanno voglia di cercare funzioni o leggere lunghi testi esplicativi, deve essere tutto chiaro già a prima vista.
  4. Spese di spedizione: il 59% degli utenti calcola le spese di spedizione prima del checkout, è considerato perciò un dato importante. È bene sempre indicare quali siano le spese di spedizione, per una questione di trasparenza e anche per evitare eventuali fughe dell’ultimo minuto.
  5. Registrazione: non deve essere richiesta anticipatamente rispetto all’aggiunta al carrello. I dati personali e le informazioni per la spedizione, possono essere inseriti anche al termine del processo, quando ormai l’intenzione di acquisto è chiara e sicura.

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