L'osservatorio multicanalità (www.multicanalità.it) ha dichiarato
che circa il 30% dei naviganti ha già fatto degli acquisti on line, ma che la
propensione al acquisto on line sta registrando una crescita del + 89%.
Il turismo (voli e soggiorni brevi hotel) è sempre il primo settore (52%) per
importanza sia in valore assoluto sia in termini di percentuali del ecommerce
italiano, ma che in realtà oggi la vendita on line sta crescendo maggiormente
negli altri settori merceologici (+24%).
Il fatto certamente più interessante è
che chi (13 milioni di Italiani) compra on line non lo fa tanto per il prezzo
più basso (27%), ma soprattutto per la comodità (41%) e per la gamma di scelta
molto più ampia (29%).
Il ROPO (Research on line, purchase of
line) è l'attività di cercare le cose e informazioni on line (Research on line)
per poi acquistare sul territorio o nei negozi fisici (Purchase off line),
altrimenti detto info-commerce è molto diffuso in Italia (87% naviganti,
+o- 23 milioni di consumatori). Il 70% dei naviganti consulta con finalità
turistiche attivamente siti e forum dedicati agli alberghi come Trip Advisor.
La verità è che fenomeni come facebook
(27 milioni di profili, di cui 16 milioni si connettono una volta al giorno in
Italia) e gli smartphone (20 milioni di smartphone in Italia) famigliarizzano
al web una fascia sempre più ampia
della popolazione, il cliente è quindi sempre più multicanale.
Per affrontare questa rivoluzione
digitale dobbiamo quindi rivoluzionare il nostro settore che per troppi anni ha
invece voltato le spalle a tutto ciò che è tecnologia e web, il problema non è
se il consumatore sceglie la ns. agenzia o tour operator rispetto a un'altra,
ma che questi sia invece propenso a scegliere il nostro canale.
- La tecnologia non dev’essere pensata più come un vantaggio competitivo, ma come lo standard che permette al consumatore di rivolgersi a noi. Se ognuno di noi usa software, booking engine, linguaggi e app più o meno performanti, ma complicati in quanto differenti … le singole aziende otterranno forse qualcosa di più nel breve, ma perderanno tutti nel lungo periodo.
- La maggior parte dei siti turistici che conosco, sono come dei bellissimi negozi con dei negozianti muti. Il web non dev’essere più pensato solo come ecommerce, ma soprattutto come strumento di consulenza e informazione. La gente on line cerca soprattutto informazioni e risposte …. se non sviluppiamo quest’aspetto consegniamo i nostri clienti a chi fornisce loro le risposte.
- Basta più o meno rigide politiche commerciali e quindi siti più o meno B2B o B2C. Sono anacronistici e non fanno altro che creare confusione nel consumatore. Questi sa che cosa e come lo vuole, intermediazione e disintermediazione sono problemi nostri e se non siamo chiari suggeriamo ai clienti semplicemente di disintermediare. Mettiamoci d’accordo.
- Il settore del turismo organizzato è sempre più povero, sempre più piccolo e sempre più malato di nanismo, è pertanto inutile che Vi siano così tante associazioni di categoria (ASTOI, FIAVET, ASSOTRAVEL, FEDERTURISMO, AINET ecc), che non fanno altro che sottolineare il nanismo che caratterizza il settore e quindi la sua debolezza. Da un lato che queste si uniscano sotto un unico cappello e dal altra continuino a essere degli attivi gruppi di lavoro mirati a coprire le esigenze dei loro associati, solo in questo modo si può avere un attore con il peso specifico di coordinare e affrontare quanto sta avvenendo.
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