I player televisivi si contendono l'audience che non è altro che la linfa vitale dei loro business model, cioè ciò che viene venduto agli inserzionisti attraverso gli spazi pubblicitari nei programmi e nei palinsesti.
La realtà oggi è che questa si sta dilatando in numerosità (più player), ampiezza (più piattaforme contemporanee) e profondità (su più device, anche contemporaneamente). I grandi duopolisti Rai e Mediaset passano dal 93% di share a meno del 78% attuale, a vantaggio di nuovi player (nuovi canali digitali e premium) e altri media. I player aumentano di numero, editori come Class, Holland, Conferenza episcopale italiana, SitCom, Espresso e Time Warner si sono affacciati sul mercato italiano con sempre più proposte, idee, spazi di fruizione (device e piattaforme) e quindi di brand. Negli anni '90 un programma era un fatto sociale e aggregante, oggi è diventata un'attività personale individualizzata e spesso multimediale.
I modelli di business del settore televisivo cambiano, s'arricchiscono in varietà , modificando le regole di funzionamento economico e la struttura delle organizzazioni. La filiera televisiva si arricchisce di nuovi player, quali ad esempio i produttori di format (Magnolia, Endemol ecc) a novità quali gli user generated content sempre più utilizzati dagli editori tradizionali.
La vera rivoluzione è però che lo schermo televisivo non è più l'unico strumento sul quale passano i contenuti televisivi; personal computer, smartphone, tablet ... si affiancano, integrano e talvolta sostituiscono il vecchio schermo televisivo ... sempre più spesso in maniera contemporanea e parallela (multitasking).
Avete mai provato a collegarVi al vs. profilo facebook in prima serata ... è una pioggia di commenti sui vari programmi.
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