Un contenuto è virale tanto più è sorprendente, divertente,
emozionale e socialmente utile; si è portati a condividere questo genere di
contenuto in quanto si ha l’impressione di essere percepiti non solo come
“fonte” ma come associati a quel contenuto (e quindi simpatici, sensibili,
impegnati …), ma questi presupposti in realtà non bastano.
In termini marketing è infatti necessario progettare la
viralità, per utilizzare al meglio tutti i canali in un’ottica cross mediale;
ciò avviene dotando il proprio contenuto di uno o due dei suddetti elementi
virali, ma soprattutto segmentando il proprio target per capire che tipo di
acceleratori utilizzare.
Il seeding è un’operazione di semina e consiste nel prendere
il contenuto, analizzarlo e considerandolo come un seme seminarlo laddove può
germogliare e crescere nei terreni più fertili (nelle comunity di interesse),
al fine di far crescere una pianta rigogliosa tramite il passaparola on line .
In altre parole il seeding non è altro che portare il
contenuto all’attenzione del pubblico che si vuole coinvolgere direttamente,
attraverso i luoghi di aggregazione (community, gruppi, social media e forum) o
attraverso i web influencer, ossia persone e luoghi in rete che abbiano
influenza su opinioni e comportamenti dei target.
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