venerdì 1 luglio 2011

Brand reputation e conversational marketing


L’era del monologo aziendale era caratterizzata da campagne pubblicitarie e direct mailing mirate al consumatore in base al target. Un monologo da parte del azienda in cui al consumer era riservato un ruolo passivo.
L’era del ascolto in un azienda inizia quando invece si comprende che paga ascoltare il consumer nelle sue diverse consuetudini d’acquisto e stili di vita, la consuetudine di rilevare i bisogni è pertanto diventata parte integrante di un piano di marketing.  La suddetta rilevazione è fatta prevalentemente con ricerche di mercato che analizzano consuetudini e attitudini d’acquisto dei consumer, ma sempre più spesso instaurando un vero e proprio dialogo con il consumatore, oggi sempre più spesso considerabile consum-attore protagonista del processo di vendita.
 E’ evidente che per poter instaurare un dialogo aperto con il consumatore che possa ritenersi minimamente costruttivo e non autolesionista sono assolutamente necessari certi presupposti:
-          Sicurezza e qualità prodotti messi in circolazione
-          Sicurezza lavoratori (Vetrinizzazione azienda altrimenti impensabile)
-          Basso impatto ambientale prodotti
-          Trasparenza e veridicità delle dichiarazioni/ comunicazioni
In altre parole è assolutamente necessario avere una buona brand reputation. Tale reputazione è ciò che nel dialogo / contatto con il cliente bisogna semplicemente riconfermare.
L’avvento di Internet ha cambiato infatti molte cose in quest’ambito . L’accessibilità universale di uno strumento che mette in relazione uomini e donne di tutto il mondo, in tempo reale e con messaggi precisi e non mediati, pone l’utente consum-attore in condizione di dire la sua e farsi sentire sia on line che off line.

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